Dopo molto tempo (anni, era il 2018) torno a raccontarvi di uno dei nostri viaggi, forse uno dei più belli (sino ad ora), durato circa due settimane. Un classico USA road trip, più concentrato.
Ad inizio settembre del 2023, zaino in spalla partiamo da Trieste con destinazione Los Angeles, la prima volta in America.
Il programma non era chiarissimo, visto il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione prima della partenza, ma sapevamo che potevamo affidarci all’auto a noleggio, una Dodge Grand Caravan camperizzata con lo stretto indispensabile.
Il programma l’abbiamo poi definito man mano, tra il tempo (molto) a disposizione in volo e quello una volta atterrati (poco).
Il risultato ve lo racconterò nelle prossime righe.
Los Angeles > Mojave
Il 2 settembre atterriamo alle 13 in California, a Los Angeles, e alle 15.30 eravamo già in viaggio con il nostro “piccolo van”. Giusto il tempo di ambientarsi un pochino, attivare la prima eSIM per i dati e partiamo in direzione Venice Beach.
Complice la giornata nuvolosa e non calda, riusciamo senza problemi a incamminarci tra le viuzze di quella che potrebbe richiamare Amsterdam più che Venezia.
Sebbene consiglio a tutti di passarci almeno un’oretta, la spiaggia in sé è molto sporca e piena di senza tetto. Tempo di fare qualche foto ad un raduno di auto simil “pimp my ride” e riaccendiamo il motore del nostro van.
Direzione In-N-Out, fast food che vi consiglio assolutamente se passate per la West Coast. Niente a che vedere con McDonald’s (che vi sconsiglio altamente negli USA) o Burger King.
La prima notte, complice la stanchezza dopo il viaggio e la mancata voglia di capire come montare il letto, decidiamo di fermarci in un Motel a Mojave.
Mojave NP > Seven Magic Mountains > Las Vegas
La mattina ci svegliamo intorno alle 9 senza badare troppo al fuso orario, che devo dire sento molto di più quando passo dagli USA all’Europa.
Prima colazione al Mc, d’altronde c’era solo quello, un po’ meh. Quelli in Italia sono decisamente di un altro livello, in senso positivo chiaramente.
Impostiamo quindi il navigatore su Mojave National Preserve, una riserva naturale all’interno del deserto del Mojave, che attraversiamo per diversi chilometri incontrando un ambiente decisamente particolare per noi europei.
Strade infinite, tartarughe, Joshua tree (Yucca brevifolia) e un ambiente arido come pochi ci ha fatto subito percepire che casa è decisamente distante.
Diverse strade secondarie sono chiuse a causa di inondazioni avvenute qualche settimana prima, che avevano portato addirittura a chiudere completamente la riserva.
Proseguiamo ora in direzione Las Vegas e, seppur per poco, sconfiniamo in Nevada, con una tappa intermedia al Seven Magic Mountains, un’installazione artistica nel mezzo del nulla della Ivanpah Valley. Complice forse la luce del tramonto, il tutto è davvero suggestivo.
Dopo circa 500 km raggiungiamo Las Vegas, che cominciava già ad illuminarsi a festa come ogni sera all’imbrunire. Qui parcheggiamo il nostro van in un park sopraelevato (gratuito) di un grande Casino, in pieno centro.
Se non ci siete mai stati, vale decisamente la pena almeno passarci qualche ora la sera. Le luci, la musica, i casino aperti a tutti, le fontane del Bellagio, la famosa “Strip” (o Boulevard, è la strada principale). È un mondo a parte, al centro di un deserto con nulla intorno, che va avanti per la sua strada a dispetto del passare del tempo.
Anche qui non ci facciamo mancare un In-N-Out allo scoccare della mezzanotte e ci ritiriamo poi dopo le 2 di notte, con le gambe in fumo ma contenti di “aver vissuto Vegas” di notte.
Notte che sarà decisamente movimentata. Decidiamo infatti di pernottare con il van in un parcheggio del Walmart, dove erano parcheggiati altri camper. Dopo un’ora però, la security ci ha fatto spostare tutti in un parcheggio adiacente. Questo, mischiato alla presenza di persone “poco raccomandabili”, ha reso la nottata decisamente “unica”.
La cosa buona è che la mattina ci aspettava un enorme Walmart tutto per noi, con bagni puliti e tutto ciò che ci poteva servire per proseguire il viaggio.
Las Vegas > Route 66 > Grand Canyon Village,
Si prosegue quindi il viaggio in direzione Route 66, ma non dopo aver fatto una foto davanti all’insegna di Las Vegas in diurna.
Entriamo quindi in Arizona e percorriamo prima la 93, strada tipica americana e molto suggestiva, e poi imbocchiamo la 40. Qui vedrete moltissime volte il cartello che indica la “Historic Route 66“. Probabilmente la maggior parte di voi avrà visto il film d’animazione “Cars”, che ben descrive la storia di questa strada.
Farla tutta ha poco senso, almeno per chi ha poco tempo come noi, visto che lungo la stessa non c’è praticamente più nulla. Ne faremo però un pezzo, dalla “World Largest Route 66 Sign” a Seligman fino ad Ash Fork, dove se siete interessati è anche presente un museo (gratuito).
Riprendiamo poi la 40 prima di svoltare a sinistra sulla 64, che ci porta dritti verso il Grand Canyon Village. Qui ci fermiamo al Mather Campground, dopo aver percorso circa 460 km, un bellissimo camping all’interno del parco nazionale del Grand Canyon.
Grand Canyon NP
Dopo tre giorni dedicati quasi esclusivamente alla guida, decidiamo di non toccare l’auto e passare questo quarto giorno alla scoperta del Grand Canyon National Park.
Tra sentieri ben attrezzati adatti a tutti e navette gratuite, riuscirete a girare il parco tranquillamente in un giorno partendo la mattina presto e finendo la sera tardi. Vi consiglio in questo caso il Rim Trail, che potete fare a piedi in una direzione e con la navetta in un’altra.
La prima parte del quinto giorno la dedichiamo ancora al Grand Canyon, che ne meriterebbe moltissime di più. Purtroppo il tempo è quello che è e dobbiamo rimetterci in marcia.
Lungo il tragitto attraversiamo una buona parte della riserva degli Indiani d’America, i Navajo (Navajoland). Qui troverete molti posti tipici dove poter comprare cose locali. Anche i supermercati sono diversi e all’interno è scritto in lingua Navajo oltre che, ovviamente, in inglese.
Arriviamo quindi ad Horseshoe Bend, dove il fiume Colorado ha eroso le rocce fino a creare una “curva” che è diventata talmente unica e spettacolare da richiamare moltissime persone ogni anno. L’ingresso in questo caso si paga e non è compreso nella tessera dei parchi. P.S. Portatevi un cappellino e molta acqua, la camminata non è lunghissima ma completamente sotto il sole e i 40° C sono facili!
Antelope Canyon e Monument Valley
- Poco vicino è presente anche Antelope Canyon, altra attrazione molto famosa che però richiede prenotazioni sino ad un anno prima. Si liberano comunque molti posti all’ultimo ma è comunque richiesto diverso tempo a causa degli ingressi limitati. Noi abbiamo preferito passarci oltre.
- Sempre “in zona” Navajo (2h di auto) è presente un’altra attrazione molto suggestiva, ossia la Monument Valley! Anche qui, se il tempo ve lo permette includetela nel giro.
Attraversiamo il Glen Canyon sul mitico Glen Canyon Dam Bridge e poi salutiamo l’Arizona ed entriamo nello Utah!
Qui, dopo un leggero tratto in fuoristrada, troveremo un piccolo camping (White House Trailhead and Campground) dotato di “pit toilette” (googlate pure per capirci meglio, ma vi anticipo che non c’è l’acqua, il tutto finisce in un buco sotto terra che viene poi bruciato ogni tanto). Di questi bagni ne troverete moltissimi in Centro America, anche nelle stazione di servizio.
Neanche il tempo di accendere i fornelli, e scaldare la padella per la succulenta carne acquistata all’interno della riserva Navajo, che si avvicina a noi un signore sulla settantina: Roger.
Roger comincerà a raccontarci della sua vita, di quanto quella settimana passata in questo camping in mezzo al nulla assieme ai suoi amici sia la sua vera vacanza da anni e dei suoi progetti futuri, emozionandosi e facendoci emozionare. Lo salutiamo, lui torna nella sua tenda e noi riprendiamo ad armeggiare con il fuoco.
Orderville > Bryce Canyon NP > Richfield
Ripartiamo intorno alle 9.30 in direzione Bryce Canyon National Park.
Zion National Park
Badate bene che qui attaccato troverete anche lo Zion National Park, altro parco stupendo. Noi abbiamo cercato di optare per parchi abbastanza diversi tra loro cercando di avere un’overview generale sui vari stati della West Coast, ma se avete un mese o più di tempo tenetene in considerazione!
Prima di raggiungerlo però ci fermiamo ad Orderville, una bellissima cittadina che ci ha portato indietro ai tempi di quel “west” dei cowboy e dei Flintstones!
Proseguiamo così verso Bryce, passando sotto il famoso Red Canyon Arch e in mezzo ad un “panorama rosso” che sembra provenire da un altro pianeta.
Ci fermiamo per un veloce “barbecue” subito dopo essere entrati nel parco e poi ci incamminiamo lungo il percorso principale per scattare qualche foto a questo posto più unico che raro.
Ricordandoci di tanto in tanto che siamo ad un’altezza di quasi 2500 metri sul livello del mare! (Il Grand Canyon è circa 2000 mslm).
Sebbene abbia il suffisso “Canyon”, Bryce è più che altro un anfiteatro originatosi dall’erosione dell’Altopiano di Paunsaugunt. Deve la sua popolarità ai pinnacoli, i cosiddetti hoodoos.
Salutiamo Bryce con la luce del tramonto e ci avviamo verso l’interno dello Utah. Perché mai, direte voi? Il motivo è che camminando su e giù per Bryce abbiamo avuto la pazza idea di fare una tirata fino a Yellowstone, impensabile alla partenza considerando la distanza. Ma tant’è, è stato deciso e tirarsi indietro ci avrebbe lasciato quel pensiero per tutto il viaggio.
Ci fermiamo per cena a Panguitch, presso la Cowboy’s Smokehouse Cafe/Steakhouse, un ristorante fantastico e, lo dico senza problema, il mio preferito di tutto il viaggio.
Dopo cena ripartiamo dopo aver assaporato ancora un po’ di vecchio west e ci fermiamo in un Motel a Richfield, dopo aver percorso un totale di 360 km.
Road to… Yellowstone!
Ce la facciamo o non ce la facciamo? È il giorno della verità. I chilometri sono tantissimi ma la sera prima, arrivando fino a Richfield, ci siamo portati avanti non poco. Certo, mancano circa 800 km ma è lì, lo “vediamo”.
E così ci mettiamo in viaggio, pieno di benzina (che bello pagarla meno di 1€ al litro, nello Utah siamo arrivati sotto i 70 cent!) e maciniamo chilometri.
Qualche fermata breve intermedia da Walmart per comprare la cena e la colazione (ma soprattutto per il bagno e per sgranchirsi le gambe), attraversiamo Salt Lake City e dopo circa 9 ore di viaggio (i molti lavori di asfaltatura strade non ci hanno aiutato) arriviamo all’Island Park Camp.
Si tratta di un camping in perfetto stile americano, in mezzo alla natura, gratuito e senza servizi, pieno di RV con agganciati quad e moto da cross. Persino i bambini piccoli, sicuramente sotto i 5 anni, correvano tra il bosco e la riva del lago con le loro piccole moto con motore a scoppio!
Yellowstone NP
La mattina, dopo una veloce controllata all’olio motore, ripartiamo in direzione… Yellowstone National Park! Ce l’abbiamo fatta! Sembra impossibile (e i km li sentiamo tutti) ma ci siamo, siamo qui.
Yellowstone è un posto magnifico e unico nel suo genere. E sì, quegli 800 km li valeva assolutamente tutti. I boschi, i bisonti, i geyser (Old Faithful), i giochi di luce e colori, non gli manca nulla. Lo giriamo in lungo e in largo e.. quanto è grande! Ci rendiamo subito conto che un giorno non ci basterà mai e sarebbe un peccato salutarlo così.
Ci fermiamo quindi al Grant Village Campground, uno dei campeggi più belli che abbiamo trovato. Era l’ultimo giorno di apertura per via della “migrazione degli orsi”, che con l’arrivo dell’inverno cominciano a spostarsi “invadendo” quindi i campeggi e il parco nazionale.
Qui di notte abbiamo raggiunto gli 0° C (ed era il 10 settembre!). La calzamaglia di lana è stata decisamente di aiuto, specialmente durante la cena. Ci siamo comunque aiutati con un piccolo fuoco, acceso all’interno degli appositi bracieri.
Yellowstone NP > Wells
Il mattino seguente e il primo pomeriggio lo dedichiamo ancora a questo spettacolare e unico parco nazionale, che ci ha fatto attraversare ben tre stati in un colpo solo:
- Idaho
- Wyoming
- Montana
Nel pomeriggio partiamo nuovamente verso l’Idaho, che attraverseremo tutto in circa 7 ore (per 700 km circa). Ci fermeremo poi, verso mezzanotte, a Wells, in Nevada. Decidiamo di passare la notte in un’area di servizio molto spaziosa assieme ad altri camper e camion.
Wells > Lago Tahoe
Ripartiamo subito la mattina, dopo una veloce colazione, con meta Lago Tahoe. Si tratta di una meta molto ambita dai californiani, dove hanno residenza estiva ed invernale anche molti miliardari della Silicon Valley.
Lo raggiungiamo dopo circa 7h e 660 km, attraversando il Mt Rose ad oltre 2700 metri slm, che comprende una vista spettacolare ma anche una salita e una discesa che, fidatevi, affronterete con disinvoltura solo se siete sicuri sullo stato dei freni della vostra vettura.
Il Lago Tahoe è così spettacolare che lo scegliamo come posto per dormire la notte successiva, così da potercelo godere ancora la mattina seguente. Questa volta soggiorniamo presso il Washoe Lake State Park Campground, splendida struttura con bagni moderni e in riva al lago Washoe.
Lago Tahoe > Point Reyes > Stinson Beach
Dopo una nuova visita al Tahoe riprendiamo la nostra marcia in direzione California. E’ l’11mo giorno ma c’è ancora tantissimo da vedere!
Il paesaggio montano della California è spettacolare così come deprimente per certi versi. La quantità di boschi inceneriti (per incendi recenti ma anche di diversi anni fa) è paurosa e la sensazione che si ha attraversandoli è decisamente particolare.
Impostiamo il navigatore sulla costa californiana, in particolare Point Reyes e quello spettacolo di strada, unica al mondo, che è la Highway 1.
Dopo una lunga discesa dai monti californiani verso l’entroterra, sfioriamo la Napa Valley e finalmente ci addentriamo in una strada tutte curve, eccola la California Highway 1.
Letteralmente dai monti (2700 metri) all’Oceano Pacifico a Point Reyes, accompagnati dalle foche che si divertono sulle altissime onde ed un tramonto più unico che raro.
Decidiamo quindi di accamparci assieme ad altri tre camper lungo la strada, a Stinson Beach.
Golden Gate > SF > Cupertino > SONORA
12o giorno, siamo quasi alla fine ma abbiamo una lista infinita di cose da vedere, forse troppe.. ma sono tutte in Cali!
Ripartiamo molto presto, immersi in una nebbiolina tipica californiana, in direzione Golden Gate bridge. Ci fermiamo in uno dei tanti View Point per ammirarne la maestosità, ma la nebbia ce lo regala per pochi attimi per poi avvolgerlo nuovamente.
Decidiamo quindi di entrare a San Francisco attraversando proprio il Golden Gate bridge, che si paga solo in questa direzione di marcia (se uscite dalla città è gratuito). Ricordatevi che il pagamento si effettua online (e vi conviene farlo prima di passarci) inserendo la targa del mezzo.
San Francisco la attraversiamo con il van senza troppi problemi. Ci addentriamo nelle strade del centro ma non ci fidiamo di parcheggiarlo considerando l’altissimo tasso di criminalità (tutti ci hanno sconsigliato altamente di lasciarlo parcheggiato, persino nei park a pagamento multipiano!).
Dopo aver “visto” la città dal finestrino, impostiamo sul navigatore Mountain View e Cupertino, dove andremo a visitare, da perfetti turisti, l’Apple Park. La zona è davvero bella e merita una visita. Il parco non è visitabile dai comuni mortali, ma il centro visitatori vi aspetta per ogni acquisto.
Verso il tardo pomeriggio riprendiamo la marcia in direzione.. montagne! Ebbene sì, torniamo verso l’interno della California perché abbiamo ancora qualche soddisfazione da toglierci prima di tornare.
Ci fermiamo la notte in un bellissimo Hotel a Sonora, il Lumberjack. Questa tappa è decisiva per i due giorni seguenti.
Sonora > Yosemite NP > Kingsburg
L’avete già letto nel titolo e quindi lo sapete già. Certo, la stanchezza era tanta, ma come rinunciare a questo parco nazionale della California? Lo Yosemite National Park è forse il parco più importante della regione ed ha dei validi motivi.
Certo, la somiglianza con le nostre Alpi, specie alcune zone delle Dolomiti, non è poca, ma lascia comunque basiti il fatto di vedere queste cime con quelle rocce in un contesto arido, forse troppo esagerato dal riscaldamento globale.
Abbiamo avuto la fortuna di vedere le cascate in tutta la loro forza, ma in moltissimi sono venuti qui trovandole completamente secche negli ultimi anni. La California è una delle regioni del mondo più impattata dal cambiamento climatico (incendi, scarsità di acqua, ecc) e questo parco ne sta subendo le conseguenze terribilmente.
Resta comunque il fatto che gli scorci che è capace di regalarci sono più unici che rari, con l’apice raggiunto a Glacier Point (no, a dispetto del nome non c’è nessun ghiacciaio, ma la valle davanti a sé si è formata con l’erosione di questi, migliaia di anni fa).
Dopo una giornata passata in questo magnifico parco, proseguiamo fino a raggiungere un Motel a Kingsburg, dove scegliamo di dormire la penultima notte.
Kingsburg > Sequoia NP > Malibu
Da Kingsburg la mattina dopo partiamo subito in direzione Sequoia National Park. È l’ultimo parco nazionale di questo intenso viaggio.
È anche quello, però, che ci ha lasciato senza parole. Finché non le vedi non ci credi: questi alberi sono davvero immensi, e guidare all’interno di una foresta di sequoie immense è indescrivibile.
Il rosso dei loro tronchi con la luce del sole e il verde circostante creano un gioco di luci bellissimo, che ci rimarrà negli occhi per giorni. Anche questo parco ci lascia senza parole sulla cura dei sentieri, parcheggi e strade, veramente eccellente.
Nel tardo pomeriggio ci rimettiamo in moto con destinazione, nuovamente, la costa californiana, in particolare Malibù!
A Malibù decidiamo di dormire lungo la costa, dove ci sveglieremo all’alba prima del nostro ritorno, ovviamente circondati da macchine dei locali che arrivavano con già la muta addosso ed il surf sopra l’auto!
Purtroppo questo viaggio finisce qui, stancante sicuramente e non rilassante come molti immaginano una vacanza, ma quello che ha saputo regalarci è decisamente impagabile!
Sintesi USA ROAD TRIP e info utili
Di seguito potete trovare il percorso di sintesi diviso per giornate e i relativi km calcolati tramite GMaps. Badate bene che i km effettivi saranno poi poco più di 7000, complici le deviazioni, le strade sui parchi, ecc. D’altronde gli stati totali attraversati sono ben 7:
- California
- Nevada
- Arizona
- Utah
- Idaho
- Wyoming
- Montana
E i parchi nazionali ben 6:
- Mojave NP
- Grand Canyon NP
- Bryce Canyon NP
- Yellowstone NP
- Yosemite NP
- Sequoia NP
Il costo del carburante è comunque abbordabile (tra sconti con app e benzinai economici nelle zone interne si paga tranquillamente meno di 1€ al litro!).
I campeggi costano molto poco e potete riservarvi la piazzola sul sito ufficiale. Generalmente si sta intorno ai 10 e 20 euro a piazzola, ma alcuni sono completamente gratuiti. In molti campeggi, specialmente in mezzo al nulla, non sono presenti servizi igienici e, se si è fortunati, è presente una toilette senza acqua (cosiddetto “pit latrine” o “pit toilette”).
I parchi nazionali in genere hanno un costo di entrata (non a persona, bensì per veicolo). Se ne visitate diversi come nel nostro caso, vi consiglio altamente di considerare la tessera annuale.
Giorno (settembre) | Percorso | Km |
2 | Los Angeles > Venice Beach > In-N-Out > Economy Motel Mojave | 175 |
3 | Economy Motel Mojave > Mojave NP > Seven Magic Mountains > Las Vegas | 520 |
4 | Las Vegas > Route 66 > Grand Canyon Village | 460 |
5 | Grand Canyon NP | |
6 | Grand Canyon NP > Navajo > Horseshoe Bend > Utah | 270 |
7 | Orderville > Bryce Canyon NP > Richfield | 360 |
8 | Richfield > Island Park | 730 |
9 | Island Park > Yellowstone NP | |
10 | Yellowstone NP > Wells | 700 |
11 | Wells > Lago Tahoe | 660 |
12 | Lago Tahoe > Point Reyes > Stinson Beach | 530 |
13 | Stinson Beach > Golden Gate > SF > Cupertino > Sonora | 330 |
14 | Sonora > Yosemite NP > Kingsburg | 320 |
15 | Kingsburg > Sequoia NP > Malibu | 440 |
16 | Malibu > Los Angeles |
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