Non sono molti anni che frequento in modo sostanzioso l’Alta Badia, ma devo dire che mi sto rifacendo ampiamente negli ultimi tempi. L’Alto Adige è un posto spettacolare e, posso dirlo, unico al mondo. Le montagne che trovate qui sono veramente uniche e offrono tutto ciò che potete chiedere: dalle escursioni più semplici e panoramiche, ad impianti di risalita fino a sentieri per escursionisti e alpinisti esperti.
L’Alta Badia, devo avvertirvi, è il mio posto preferito a livello dell’arco alpino. Non ho mai trovato un posto che potesse eguagliarla e superarla, molti si avvicinano ma nessuno la supera. Dalla Val d’Aosta alle Alpi Giulie, passando per la zona di Bormio e lo Stelvio, le ho fatte davvero tutte. Eppure il mio cuore rimane sempre qui, in Alta Badia. Questo lo dico per avvertirvi sul fatto che magari potrei sbilanciarmi un po’ tanto a favore di questa zona, ma vi assicuro che non ne resterete delusi una volta arrivati sul posto.
Questo articolo è solo il prima di una serie dedicati al trekking in Alta Badia. Prima nel 2015 e poi nel 2017 (i primi di agosto, una settimana fa esatta) ho potuto vivere molto bene queste zone. Specie quest’anno ho davvero camminato in lungo e in largo cercando di scoprire il più possibile l’area circostante. I miei 20 chilometri di media giornalieri non me li ha tolti nessuno, tranne la pioggia domenicale che è stata provvidenziale per il riposo.
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N.B. Vi consiglio di salvare questa pagina tra i preferiti e tornarci di tanto in tanto perché a mano a mano aggiungerò i singoli articoli relativi ad ogni trekking con dettagli e consigli essenziali.
LISTA TREKKING ALTA BADIA
-> Passeggiate San Cassiano – La Villa – Corvara – Colfosco. Passeggiate tranquille, quasi in piano, su sentieri molto ampi e in ghiaino. Sono davvero per tutti, ottime anche per ciclisti.
-> Munt (Malga) Pasciantadù. A quota 1828 metri si trova la Malga Pasciantadù, una malga della quale online trovate poco o nulla purtroppo (o per fortuna). A me piace davvero moltissimo. Si raggiunge in poco tempo dal centro di La Villa (circa un’ora). Il sentiero è semplice anche se a volte pieno di fango e detriti (passa in mezzo al bosco ed è abbastanza ripido in certi punti). C’è comunque la strada asfaltata, sicuramente più lunga.
-> Passo Valparola. A quota 2192 metri si trova questo passo con il suo rifugio omonimo in cima, oltre ad un piccolo laghetto che nelle giornate più calde diventa meta di coraggiosi e accaldati. Si raggiunge in circa un’ora dal campeggio Sass Dlacia, nel quale potete lasciare l’auto.
-> Piz La Ila. A circa 2000 metri d’altitudine, il sentiero da La Villa è molto carino e si raggiunge la vetta in circa 2 ore e mezza. Purtroppo in cima non è come ci aspettiamo: c’è un vero e proprio park divertimenti per bambini con bar e molto altro. Insomma, sembra di essere in spiaggia a ferragosto. Tuttavia, ripeto, il sentiero è molto piacevole e non difficoltoso anche se a tratti ripido. Si arriva in cima anche con l’omonima ovovia.
-> Rifugio Lagazuoi. Quota 2752 metri. Sentiero veramente stupendo. Si raggiunge la vetta in cabinovia dal Passo Falzarego oppure sempre dal Passo Falzarego tramite un sentiero non difficile ma a tratti ripido, tramite delle gallerie (serve essere attrezzati) oppure dal parcheggio del campeggio Sass Dlacia, proseguendo per Capanna Alpina, rif. Scotoni e poi ancora su al Lagazuoi. Tempo dal campeggio, con camminata lenta, alcune pause foto, pari a circa 3 ore.
-> Piz Boè. Quota 3152 metri. Trekking molto bello ma abbastanza difficile. Lo consiglio solo ad esperti o comunque persone avvezze alla montagna, che non soffrono di vertigini e abituate a sentieri esposti. Non parlo ovviamente della tratta che parte dal Sass Pordoi (relativamente semplice) ma di quella che si prende da Corvara (prima ovovia Piz Boè e poi seggiovia Vallon) e poi a piedi fino al Piz. Dalla seggiovia Vallon sono circa 2 ore seguendo il sentiero 638. La parte che rende difficile questo percorso è una tratta breve ma molto ripida dove ci sono punti attrezzati con corde e bisogna fare molta attenzione, specie ai sassi di chi ci precede. Cito una frase trovata in internet: “il canalone franoso è chiamato la risa del pigolerz ed è noto perchè si fanno due passi avanti e tre indietro”.
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