Test coronavirus fai da te, ricercatori UK ne sviluppano uno “low cost”

test coronavirus fai da te

Alcuni ricercatori della Brunel University London, Lancaster University e della University of Surrey avrebbero sviluppato un test per il coronavirus che chiunque può fare a casa (fai da te).

Si tratterebbe di un dispositivo in grado di verificare se siamo stati infettati dal SARS-CoV-2. Le novità principali rispetto ai test attualmente utilizzati sono:

  • chiunque può farlo a casa propria
  • i risultati arrivano dopo 30 minuti
  • il costo del dispositivo, riutilizzabile, è “basso”: circa 100 sterline (110 euro)
  • ogni “cartuccia” aggiuntiva costa circa 5 euro

Si tratta di un metodo basato su un dispositivo già utilizzato per un virus che si diffondeva tramite le galline nelle Filippine. I ricercatori sarebbero riusciti ad adattarlo per il Covid-19.

Il dispositivo che permetterebbe il test per il coronavirus “fai da te” ovviamente non è ancora in commercio e potrebbe non arrivarci mai. Ogni Paese infatti dovrà prima approvarlo.

Da sottolineare che funziona sia con tamponi nasali sia con tamponi alla gola. Inoltre può misurare fino a 6 tamponi (sei persone) per volta.

I ricercatori, tuttavia, sono molto ottimisti e sono sicuri che verrà approvato e che funzionerà bene. Inoltre secondo loro arriverà entro le prossime settimane.

Il dispositivo funziona con batterie e si connette ad uno smartphone nel quale va installata un’app apposita che ci mostrerà i risultati del test.

Test coronavirus fai da te: ce ne sono già in commercio? Arriveranno mai in Italia?

In commercio esistono già test approvati per il Covid-19 (non da tutti i Paesi). Un esempio è il test di Mesa Biotech o quello di Cepheid, ma si tratta di test estremamente costosi e dedicati a strutture ospedaliere.

Arriverà mai in Italia un test “fai da te” per il coronavirus? Troppo difficile rispondere ora a questa domanda, tutto dipenderà se verrà approvato o meno.

L’unico test approvato in Italia al 26 marzo è “quello che dimostra attraverso una tecnica chiamata rt-PCR (Reverse transcription polimerase chain reaction) la presenza del genoma virale nelle suddette secrezioni” (Roberto Burioni, MedicalFacts.it).

Occhio ai falsi kit

La Guardia di Finanza ha sequestrato 900 falsi kit che venivano venduti online. Gli acquirenti credevano di aver acquistato un kit per l’autodiagnosi del coronavirus.

Sono state sequestrate dalla Guardia di Finanza in un centro di analisi biochimiche di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria.

Come riferito da IlSole24Ore: “I kit scoperti non avevano né la validazione delle autorità sanitarie nazionali né la certificazione Ce: alcuni erano già stati pagati dai cittadini con un bonifico”.

Fonte: TechCrunchMedicalFacts

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