Stato d’emergenza in Gazzetta Ufficiale il 31 gennaio: bufala o verità?

gazzetta ufficiale 31 gennaio

In queste ore sta girando un video su WhatsApp nel quale un medico sottolinea la presenza, in Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2020, di una delibera riguardante la dichiarazione di stato d’emergenza.

Attraverso un veloce controllo sul sito ufficiale della Gazzetta Ufficiale è possibile trovare la delibera del consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 ed entrata in vigore il 1 febbraio 2020 (link in fonte).

Tutto bene sin qui, nessuna bufala. Però negli ultimi giorni e nelle ultime ore alcune persone, “famose” e non, hanno commentato la delibera in modo accusatorio nei confronti del PdC Conte.

Il video del medico che gira su WhatsApp continua infatti in modo accusatorio verso quanto fatto dal Presidente del Consiglio Conte, con tanto di accuse al premier di essere “responsabile per i morti”.

Non tanto quanto ha fatto però il 17 marzo 2020 il “complottista” Rosario Marcianò attraverso un video caricato sul suo canale YouTube (link in fonte).

Neppure il legale di Vasco Rossi, Guido Magnisi, è riuscito a fare a meno di concentrarsi sull’accaduto e si è chiesto: “perché non si è dato il massimo risalto ad uno stato di emergenza che sin dal 31 gennaio non solo era previsto, e riconosciuto a livello internazionale, ma era già stato dichiarato? E per una durata di sei mesi?”.

Lo stato d’emergenza in Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2020

Arriviamo dunque al punto. Sebbene quanto sostenuto da queste persone non sia una bufala, è il contenuto che è stato “creato ad arte” per fare clamore e creare quella che possiamo definire una bufala (ci riferiamo al video su WhatsApp e a Marcianò).

La delibera, come vi abbiamo anticipato, c’è ed è presente (la potete trovare voi stessi attraverso il link in fonte sotto all’articolo o andandovi a leggere la Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio 2020).

Tuttavia non è vero che al tempo era passata inosservata così come non è vero che Conte & Co sapessero tutto in anticipo e non ci avessero avvisati per tempo, come la miglior teoria complottistica vorrebbe.

E’ la stessa delibera infatti che precisa:

  • “Vista la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell’Organizzazione mondiale della sanità del 30 gennaio 2020”.
  • “Viste le raccomandazioni alla comunità internazionale della Organizzazione mondiale della sanità circa la necessità di applicare misure adeguate”.
  • “Considerata l’attuale situazione di diffusa crisi internazionale determinata dalla insorgenza di rischi per la pubblica e privata incolumità connessi ad agenti virali trasmissibili, che stanno interessando anche l’Italia”.

Ripercorriamo i fatti di gennaio

No, non erano veggenti. Siamo noi (e qui mi prendo dentro anch’io) che con il passare del tempo dimentichiamo che a fine gennaio erano già passate quasi tre settimane dalle prime notizie sul coronavirus.

Noi di Stintup ve ne parlavamo già i primi giorni di gennaio (in origine era questo articolo), quando cominciavano a cancellare fiere internazionali e le aziende in Cina chiudevano la produzione pian piano.

La delibera inoltre arrivava un giorno dopo la dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica da parte dell’OMS, datata infatti 30 gennaio 2020 (link in fonte).

Non è vero inoltre che nessuno parlava di questa delibera né che fosse passata inosservata agli occhi dei media.

Il Corriere, Agi, Open (diretto da Enrico Mentana), Repubblica e SkyTG24 sono solo alcuni dei tanti giornali e telegiornali che ne parlavano proprio il 31 gennaio 2020.

Due giorni prima, il 30 gennaio 2020, erano stati trovati i primi due cinesi positivi a Roma (link in fonte del Corriere), con la notizia che era rimbalzata in tutti i TG nazionali.

Complotto, bufala o verità?

Sebbene la delibera sia reale e presente in Gazzetta Ufficiale al 31 gennaio 2020, non possiamo che sottolineare l’importanza di verificare sempre le fonti ufficiali.

Il problema in questo caso è dato dal fatto che, sebbene il contenuto sia reale, è tutto ciò che è stato costruito intorno ad essere disinformativo e complottistico.

Sul fatto che il Governo Conte non si sia mosso per tempo e potesse prevenire quel che è accaduto, il legale di Vasco effettivamente non ha tutti i torti.

A conti fatti le restrizioni severe sono arrivate ben 50 giorni dopo (solo il 23 marzo 2020 il governo ha deciso di chiudere le fabbriche non essenziale e vietare al massimo gli spostamenti, dopo molte pressioni dei governatori locali).

E’ una considerazione che probabilmente abbiamo fatto un po’ tutti, però con il senno del poi siamo tutti bravi. Anche se, effettivamente, l’esempio Cina era lì alla portata di tutti. Da un mese almeno.

E’ anche vero che l’Italia è stato di fatto il primo Paese occidentale a prendere seriamente la questione, al contrario di altri “vicini di casa” che hanno fatto inversioni a U clamorose (vero Boris?).

Fonti: Gazzetta UfficialeRosario MarcianòRepubblica BolognaOMSCorriere

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