I semiconduttori sono l’oro di questi ultimi anni. I chip sono ormai presenti su tantissimi oggetti della nostra vita, dagli smartphone alle TV fino ad alcune macchine del caffè. Purtroppo per noi europei questo è un settore quasi del tutto assente nel nostro continente, dopo anni di delocalizzazione verso oriente, con la Cina in primis.
Sebbene anche in Italia abbiamo eccellenze in questo settore, come STMicroelectronics, così come in altri Paesi europei, come NXP Semiconductors e Infineon Technologies, la maggior parte dei processi produttivi si trovano ormai in Asia.
Proprio la Cina e i Paesi asiatici sono, assieme agli Stati Uniti, leader assoluti in questo settore. Quasi la totalità dei semiconduttori provengono proprio da questi Paesi, basti pensare alle fonderie di Samsung in Corea del Sud, la taiwanese TSMC (Taiwan Semiconductor Manufacturing Co.), la statunitense Qualcomm e via dicendo.
Il tema centra riguarda essenzialmente il 5G. L’Europa è attualmente dipendente in ogni ambito dei semiconduttori dall’Asia e dagli USA, 5G incluso. Ecco perché l’UE starebbe cercando di realizzare una fonderia avanzata per realizzare semiconduttori con processi produttivi inferiori ai 10 nanometri, scalabili in futuro fino ai 2nm.
Il progetto dell’Europa per i Semiconduttori
Per realizzare il progetto alcune fonti citano il coinvolgimento proprio di Samsung Electronics Co. e TSMC. I semiconduttori sono un tema centrale in questo periodo, proprio perché molte aziende non riescono a star dietro alla crescente domanda.
Ne è un esempio il settore automobilistico, con Volkswagen che è arrivata persino a dover ridurre la produzione di auto per non arrivare ad un effetto collo di bottiglia.
Si tratta di un effetto causato in primis dalla pandemia, certo, ma è chiaro ormai come il settore dei semiconduttori sia ormai troppo centrale per lasciarlo completamente esternalizzato.
È un settore dove il know-how è importantissimo e il tempo richiesto per raggiungere i competitor potrebbe essere davvero importante, senza contare che anche questi ultimi non starebbero certamente fermi a guardare.
Va detto che l’Unione Europea metterà in campo una somma importante, pari a 30 miliardi di euro da parte di investitori pubblici e privati. L’obiettivo di realizzare un quinto della produzione mondiale di chip nel suolo europeo sembra per ora molto ottimistico, visto che per ora si ferma al 10%.
Il piano della Commissione europea, inserito per la prossima Decade Digitale e la Bussola Digitale, prevede un parziale recupero nei confronti delle altre Nazioni entro il 2030. Il tutto servirà anche per spingere il 5G e la costruzione del primo computer quantistico made in Europe.
Fonte: Bloomberg – Commissione europea
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