Il Parlamento Europeo ha approvato oggi la controversa “Riforma Copyright” tanto discussa in questi ultimi mesi, tanto da aver protato Wikipedia ad oscurarsi completamente nella giornata di ieri (come tra l’altro aveva già fatto lo scorso anno).
348 sì e 274 no hanno sancito l’approvazione definitiva del Parlamento Europeo, lasciando di stucco un po’ tutto il web, compresi i colossi come Google e lo stesso Wikipedia.
Esultano (ma siamo sicuri che sia così?) i grandi editori, artisti e tutte quelle piccole realtà che ora, almeno sulla carta, avrebbero più poteri negoziali con i big del settore.
Riforma Copyright: Ha senso esultare per l’editoria?
Sulla carta, da oggi, i big dell’editoria ma anche i piccoli blog così come gli artisti indipendenti nonché i fotografi, potranno negoziare meglio con i big (in primis Google e Facebook) per ottenere i diritti sulle loro pubblicazioni,
Ma siamo sicuri che sarà davvero così? Non è un caso che Google abbia minacciato già i mesi scorsi di chiudere definitivamente Google News in Europa.
Approvati anche i discussi articoli 11 e 13
Gli articoli 11 (detto link tax) e 13 (quello che non piace per niente a YouTube di cui vi avevamo parlato lo scorso novembre) sono stati anch’essi approvati con la “Riforma Copyright”.
In linea teorica, quindi:
- i compensi dovranno essere divisi tra i creatori originali e i big del settore media online (Articolo 11). Immaginatevi un fotografo che vede la sua foto utilizzata da un giornalista. I compensi derivati dall’uso della foto da parte del giornalista dovranno essere divisi.
- le piattaforme di condivisione saranno direttamente responsabili dei contenuti pubblicati dai propri utenti (Articolo 13). YouTube, ma non solo, dovrà quindi controllare miliardi di video. Ecco perché la stessa società ha avvertito che potrebbero sparirne a milioni.
La cultura è salva (?)
Snippet (la porzione di testo con titolo, descrizione e una piccolissima parte di articolo), meme e GIF saranno esclusi dalle nuove direttive.
Ma ciò che è più importante è che ad essere esclusi vi sono anche le enciclopedie online non commerciali (Wikipedia), le piattaforme software open source (come GitHub), i contenuti per l’insegnamento e infine quelli per la ricerca scientifica.
Riforma Copyright: Non è ancora fatta formalmente, ma lo è in pratica..
Manca, ovviamente, l’approvazione del Consiglio dei Ministri UE e il recepimento della normativa da parte degli Stati Membri.
In seguito la legge entrerà in vigore (due anni dopo, però, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale UE).
[su_quote cite=”Axel Voss, relatore Riforma Copyright UE”]Questo accordo è un passo importante per correggere una situazione che ha permesso a poche aziende di guadagnare ingenti somme di denaro senza remunerare adeguatamente le migliaia di creativi e giornalisti da cui dipendono. Allo stesso tempo, l’accordo contiene numerose disposizioni per garantire che Internet rimanga uno spazio di libera espressione. Tali disposizioni non erano di per sé necessarie, perché la direttiva non creerà nuovi diritti per i titolari. Tuttavia, abbiamo ascoltato le preoccupazioni sollevate e abbiamo scelto di garantire doppiamente la libertà di espressione. I “meme”, i “gif”, i “snippet” sono ora più che mai protetti. Sono inoltre lieto che il testo concordato oggi protegga in particolare le imprese in fase di avviamento. Le aziende leader di domani sono le start-up di oggi e la diversità dipende da un profondo bacino di aziende giovani, innovative e dinamiche. Si tratta di un accordo che protegge la vita delle persone, salvaguarda la democrazia difendendo un panorama mediatico diversificato, rafforza la libertà di espressione e incoraggia la creazione di nuove imprese e lo sviluppo tecnologico. Aiuta a rendere Internet pronta per il futuro, uno spazio a beneficio di tutti, non solo di pochi potenti.[/su_quote]
Fonte: europarl.europa.eu
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