Ero venuto a conoscenza di BQ durante la mia visita tra i padiglioni del Mobile World Congress 2015. Mi avevano colpito non solo i loro prodotti esposti, specie a prima vista data la loro estetica, ma anche la politica aziendale di questa società. Sì perché BQ è una società interamente spagnola che ha un fine ben preciso: promuovere l’insegnamento dell’informatica nelle scuole, cosa che in Europa purtroppo non avviene, figurarsi in Italia.
La seconda motivazione che mi ha portato a richiedere un dispositivo di BQ in prova è il prezzo. Mi sono sempre chiesto come facesse una società europea a vendere degli smartphone così ben costruiti e assemblati ad un prezzo così basso. Certo non hanno un hardware da top gamma, ma la costruzione e la stabilità del software, da quanto mi avevano detto gli altri colleghi recensori, sono ai massimi livelli.
Dopo poco tempo mi viene proposto di provare BQ Aquaris X5, uno smartphone con display da 5″, processore Snapdragon 412 e memoria RAM da 2/3 GB (2 nel nostro caso), 16/32 GB di memoria interna espandibile (16 nel nostro caso) e una batteria da ben 2900 mAh. La versione in prova è con Android 5.1.1 Lollipop, mentre ne esiste una con la Cyanogen.
Le premesse ci sono tutte, ma come si comporterà nell’uso quotidiano?
ESTETICA & MATERIALI
Pochi dubbi sotto questo fronte. Esteticamente parlando è davvero bello. Certo, le cornici ci sono e specie quella inferiore si nota parecchio. Ma attenzione perché con questo BQ Acquris X5 è possibile decidere di utilizzare i tasti a schermo o i tasti soft touch sulla scocca. Questi ultimi sono davvero belli esteticamente, anche se funzionalmente dovremo abituarci ad utilizzarli visto che sono solo dei puntini e bisognerà quindi imparare la posizione del tasto back e del multitasking. Io ci ho messo qualche giorno, ma il problema è che nel mio telefono principale sono invertiti.
Il retro è anch’esso stupendo, con il logo dello stesso colore delle cornici e la fotocamera con il doppio flash led che segue le linee del telefono, creando un’estetica davvero gradevole. Esteticamente molto belle anche le bande bianche dell’antenna che scorrono nei bordi superiore e inferiore.
I bordi sono in metallo mentre la parte posteriore è in plastica. E’ però una plastica che si amalgama benissimo con il metallo ai lati, creando un’ottimo stile. A dire la verità l’unico problema è l’effetto saponetta creato da questi materiali, che rendono il telefono abbastanza scivoloso. Purtroppo però lo sono praticamente tutti gli ultimi smartphone del momento; inoltre c’è da dire che io sono abituato con il Note 4 che ha un retro gommato. Fortunatamente questo BQ Aquaris X5 è sottile e non troppo grande, quindi si tiene in mano saldamente e allo stesso tempo è fattibile l’utilizzo con una mano.
Va detto però che l’utilizzo combinato di questi due materiali ha portato a creare un dispositivo più resistente ad eventuali cadute e graffi. Personalmente l’ho tenuto anche nel marsupio durante le mie sessioni di corsa e nella 10 km, ma né la scocca in metallo né le plastiche hanno visto il minimo striscio. Nemmeno tenendolo in tasca con chiavi e monete. Da questo punto di vista un plauso va a BQ, visto che gli altri dispotivi in metallo (vedi il mio Note 4 con bordo in metallo come questo) spesso si rovinano solo appoggiandoli alla scrivania.
Nella parte inferiore troviamo l’altoparlante di sistema (scelta saggia), la porta micro USB e il microfono (che segue lo stesso design della griglia dello speaker). A destra c’è il tasto On/Off, il bilanciere del volume e lo slot per la microSD. Nella parte superiore si trova il secondo microfono per la riduzione del volume e il jack da 3,5 mm. A sinistra invece c’è il solo slot per le due nanoSIM. Nella parte frontale è presente la capsula auricolare, il flash led (ebbene sì), la fotocamera da 5 megapixel e il sensore di luminosità e prossimità. Nella parte inferiore infine c’è la fotocamera da 16 megapixel con doppio flash led.
L’unico appunto che mi permetto di fare è quello riguardante il posizionamento del tasto di accensione, non molto comodo da premere se si tiene il telefono con una mano. Fortunatamente però il bilanciere del volume è molto comodo in quella posizione e poi per lo schermo BQ ci è venuta incontro inserendo il double tap to wake (accensione schermo con il doppio tap).
Non mi ha convinto nemmeno la vibrazione, specie quella dei tasti soft touch, un po’ troppo soft e poco convinta (non è il classico “toc” ma è più un “bzz”, giusto per dirla in parole povere). Anche la vibrazione alla ricezione di una notifica o chiamata è davvero bassa e spesso non si sente. Però questo aspetto l’ho apprezzato nel mio caso, dato che tengo il telefono sulla scrivania e in questo caso non mi ha dato assolutamente fastidio, anzi era piacevole perché “soft”.
Ottimo anche il led di notifica, visibile in quasi tutte le condizioni anche se piccolino. E’ anche possibile personalizzarlo essendo RGB, grazie al menù apposito implementato da BQ e presente nelle impostazioni del telefono.
Per quanto riguarda le temperature un plauso va a BQ per l’ottima gestione, ma anche al processore Snapdragon 412 che si comporta in maniera eccellente in ogni condizione. Anche il retro dello smartphone si mantiene a temperature appena tiepide, persino dopo qualche minuto di gioco (Real Racing 3 e Asphal 8: Airborne).
BQ Aquaris è disponibile in tre colorazioni: una Black (nero) e una White (bianco), oltre a quella White+Rose Gold (bianco e oro rosa) provata da noi.
Chiudo il capitolo estetica ammettendo che un 5″ dalle dimensioni pari a 70,5 x 144,4 x 7,5 mm con un peso di 148 grammi è decisamente piacevole da utilizzare rispetto al mio Note 4, non tanto per l’altezza ma per la larghezza che lo rende più adatto all’uso con una mano. Ovvio direte voi, ma vi assicuro che al giorno d’oggi pochi si rendono conto di quanto piacevoli erano da utilizzare con una mano i vecchi cellulari.
DISPLAY
L’unità montata su questo BQ Aquaris X5 è un 5″ con risoluzione 720×1280, tecnologia Quantum Color + e 294 ppi. Senza ombra di dubbio questa scelta è stata molto saggia da parte di BQ. Su questo display non noterete mai i pixel, a meno che non vi mettiate lì a cercarli apposta. Allo stesso tempo però le prestazioni e l’autonomia ne beneficeranno.
I colori sono ottimi anche se a prima vista sembreranno un po’ slavati, specie per chi proviene da un display Amoled. Gli angoli di visuale sono anch’essi molto buoni, rendendo questo display ben visibile in qualsiasi angolazione voi lo mettiate. Questo grazie anche al sensore di luminosità che lavora bene la maggior parte delle volte.
Devo però fare qualche critica a questo display. La luminosità minima è davvero troppo elevata, tanto che non sono riuscito ad utilizzarlo al buio senza installare almeno un filtro per la luce blu (Twilight sul PlayStore). Anche impostandola in manuale al minimo rimane troppo elevata, risultando davvero fastidiosa in alcune occasioni. Tuttavia come vi ho detto il sensore di luminosità lavora abbastanza bene nelle altre condizioni di luce, ed anche al sole diretto non avremo alcun problema nella lettura.
La seconda considerazione riguardo al display è relativa alla matrice utilizzata. Sì perché se puntate il display direttamente al sole noterete dei puntini bianchi, che sarebbe la matrice stessa. Ciò non si nota molto con il display acceso, quindi non è un problema; tuttavia è un particolare che non notavo da qualche anno sui display, che siano essi amoled o ips.
La terza critica per quanto riguarda il display: la cornice nera. Lo so, è presente sulla maggior parte dei dispostivi di questa fascia e anche in quelli di fascia alta, però io proprio non la digerisco. Parlo di quella cornice nera intorno al display, che diventa quasi invisibile se il telefono è nero ma è ben visibile se bianco. Ci sono dei motivi costruttivi più che validi per inserirlo, ecco perché spesso è presente ed ecco perché prediligo gli smartphone di colore nero.
Nella norma l’oleofobicità del display. Le impronte trattenute non sono molte ma neanche poche, però bisogna considerare che questa unità è stata bistrattata anche da altri colleghi.
RICEZIONE & PARTE TELEFONICA
Da appassionato di telefonia (smartphone e non) non potevo esimermi nella mia classica prova di ricezione, da troppe persone ormai snobbata ma per me molto importante. Come prova ho utilizzato sempre gli stessi luoghi: casa mia e il “garage bunker”.
A casa la ricezione si è comportata in maniera ottimale, restando sempre intorno ai -80 dBm. Purtroppo non ho molti metri di paragone visto che sono passato a Wind da poco, ma posso dirvi che questo BQ Aquaris X5 ha una ricezione migliore rispetto al mio Note 4. Infatti nei posti del centro (Padova) dove con il Note 4 faccio fatica anche a navigare, con X5 ho abbastanza segnale da poter andare in internet e chiamare.
Merito sicuramente delle antenne poste superficialmente ai bordi superiore e inferiore. Soluzione che inoltre minimizza “l’effetto mano”, ossia la diminuzione del segnale quando prendiamo lo smartphone in mano, cosa che accade con altri prodotti e che accadeva molto in passato.
Superato in pieno anche il test di ricezione nel garage bunker di casa mia, ossia al piano interrato costruito in cemento armato. Pochi telefoni riescono a navigare ed effettuare una chiamata lì sotto, ma questo BQ Aquaris X5 non ha presentato il benché minimo problema. C’è da dire anche che il segnale Wind riesce ad entrare molto più facilmente di quello Vodafone, quindi anche qui il metro di paragone si ha solo tra questi due device, per ora.
Ottimo anche il riaggancio della linea dopo aver concluso una chiamata o dopo aver perso la linea.
Molto buono l’audio in capsula, non troppo freddo ma cristallino. Il volume è buono e non avremo particolari problemi a chiamare anche in ambienti rumorosi.
L’altoparlante di sistema situato nella parte inferiore dello smartphone è un plus non da poco. In questo modo sentiremo sempre la suoneria e in vivavoce è una manna dal cielo, anche se mi sarei aspettato un volume maggiore. L’audio è sempre chiaro e non distorce, grazie anche al software di regolazione Dolby preinstallato dal produttore.
Il sistema con il doppio microfono permette infine di farci sentire in maniera chiara e nitida dal nostro interlocutore, dando priorità alla nostra voce e sopprimendo tutti quei rumori inutili e di disturbo di sottofondo.
Per quanto riguarda la parte telefonica a livello di app non c’è molto da dire. BQ ha pensato intelligentemente di non riempire lo smartphone con bloatware così che tutte le app di sistema sono esclusivamente quelle targate Google, dialer e rubrica inclusi.
Purtroppo manca la rete 5GHz per quanto riguarda il WiFi, una mancanza a mio avviso abbastanza grave, visto che ormai questa rete la si trova dappertutto e addirittura in certe occasioni è anche l’unica (accaduto personalmente lo scorso anno a Barcellona). Tuttavia la connessione a 2.4GHz è molto buona e non presenta problemi, anzi si collega velocemente e non subisce blocchi o scollegamenti vari.
Brutta mancanza anche quella riguardante l’NFC. Per il costo esiguo di questo sensore ci poteva stare. Sarà che in questo periodo ho in prova delle cuffie con NFC, sarà che in molte parti del mondo usano questa tecnologia per i pagamenti, sarà perché sono un maniaco della tecnologia, però questa mancanza si poteva evitare.
Buona la gestione del DualSIM, anche se purtroppo come tutti gli smartphone da me provati ha la tecnologia Dual Standby (DSDS), in poche parole (da Wikipedia):
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La tecnologia DSDS (Dual Sim Dual Standby) prevede che sul telefono sia installato un solo modulo ricetrasmittente, un solo microprocessore ed una sola antenna. Di conseguenza le due SIM sono contemporaneamente attive e funzionanti quando il telefono è in attesa di ricevere chiamate, ma una SIM viene esclusa (e quindi risulta spenta) quando l’altra è in conversazione.
Viceversa, la tecnologia DSFA (Dual Sim Full Active) prevede due moduli ricetrasmittenti, due processori e due antenne (praticamente sono due cellulari all’interno di un unico involucro) con il vantaggio che le SIM continuano a funzionare entrambe anche quando una delle due è in conversazione.
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In pratica con questo BQ Aquaris X5 possiamo inserire le due sim, ma solo una delle due sarà attiva quando stiamo usando l’altra per chiamare. Inoltre la scheda prescelta per navigare in rete va inserita nel vano 1 (principale), come accade con tutti i dual sim.
Per quanto riguarda il GPS non l’ho testato per lunghi tragitti, ma posso garantirvi che aggancia rapidamente i satelliti ed ha una buona precisione (provato con Runstastic e navigazione con Google Maps).
Una nota conclusiva per quanto riguarda la connettività: BQ è una delle poche aziende che mette in evidenza sul suo sito i valori SAR dei propri terminali. Nel caso di BQ Aquaris X5 si raggiungono all’orecchio 0.491 W/kg (10 g) mentre vicino al corpo 0.760 W/kg (10 g).
SOFTWARE
Davvero poco da dire sotto questo aspetto, visto che le personalizzazioni di BQ lato software sono rasenti lo zero. Attenzione però che questo lo vedo come un plus, visto che l’interfaccia di Android stock è assolutamente moderna e fluida e non ha senso andare a personalizzarla appesantendola e inserendo software di terze parti che vanno a sommarsi con quelli Google creando doppioni inutili e che creano solo confusione (vero Samsung?).
Questo l’ha capito anche HTC con l’ultimo 10 e BQ l’aveva capito molto prima. In pratica l’unico software che troviamo all’interno del BQ Aquaris X5 all’accensione è, oltre alle Google Apps, il File Manager, l’app Fotocamera e BQ Plus (per estendere la garanzia). Davvero un plauso a BQ per quest’opera di ordine e pulizia.
Il launcher stock è davvero basico e non possiamo personalizzarlo, ma per questo ne esistono moltissimi di terze parti (qualcuno ha detto Nova Launcher?).
BQ ha però inserito delle chicche interessanti, come l’impostazione per personalizzare i quick settings, il display ambient (lo schermo si accende alla ricezione di notifiche), il double tap to wake (funziona da spento ma solo sulla barra delle notifiche e sullo sfondo da acceso; inoltre il tocco non sempre viene preso e molte volte è snervante come cosa), la possibilità di mostrare i tasti a schermo (ottima la possibilità di lasciare la scelta all’utente finale). Possiamo inoltre personalizzare l’audio grazie all’integrazione del software Dolby Atmos e personalizzare il colore del led di notifica direttamente dal menù audio e notifiche. Presente ovviamente anche il risparmio energetico, che è lo stesso di quello presente sui Nexus.
Vorrei dedicare un capitolo a parte per quanto riguarda una funzionalità di sistema introdotta da BQ (chiamata Schedule Power On & Off) e che non avevo mai visto sugli smartphone moderni. Si tratta della possibilità di inserire un orario predefinito di accensione e di spegnimento del device, indicando anche i giorni della settimana nei quali vogliamo questa funzione attiva. Per molti sembrerà una cosa stupida, per me invece è fantastica, visto che possiamo finalmente spegnere il dispositivo di notte senza preoccuparci di perdere la funzionalità sveglia, come accadeva un tempo con i vecchi cellulari.
Un’altra chicca è la possibilità di entrare nel menù di spegnimento/riavvio anche tenendo premuto l’icona del drawer.
Possiamo infine abilitare il Quck Boot dal menù accessibilità. Particolare molto apprezzato visto che la velocità di accensione non è delle migliori, anzi a volte ci mette qualche secondo di troppo.
Come vi dicevo in precedenza, tutte le app sono quelle di Google. Tastiera, galleria fotografica (unica pecca aver mantenuto sia la galleria vecchia di Google che l’app Foto), dialer, rubrica, browser web, lettore musicale, sono tutte app di Google predefinite. Non sto qui dunque ad indicarvi come funzionano visto che potete provarle da voi.
Vi dico però che la fluidità di Chrome è eccellente e non ha niente da invidiare a quella del Note 4 che utilizzo ogni giorno. Inoltre la gestione della RAM è davvero ottima anche nella versione con 2GB. Non ha mai sofferto le decine di tab di Chrome aperte e non ha mai ricaricato le schermate, tranne per quelle app aperte minuti o ore prima.
Lo Snapdragon 412 unito alla Adreno 306 mi hanno consentito di svolgere tutte le operazioni software, dalla letture di e-mail pesanti all’apertura di PDF lunghi decine di pagine e pesanti diversi megabyte. Solo nel caso di PDF con varie immagini e molte pagine si vedeva un leggero ricaricamento al cambio pagina. Qualche rallentamento anche quando spostiamo grosse quantità di file come foto o video da una cartella all’altra. Nel mio caso ne ho avuti con l’app Foto, specie quando avevo molte app aperte in background.
Ho avuto invece qualche seria difficoltà ad utilizzarlo al mare con luminosità massima automatica, telefonata di 7 minuti con segnale scarso, sequenza di scatti in HDR e registrazioni video in FullHD. In questo caso, poco dopo aver riagganciato la chiamata, il telefono si è riavviato improvvisamente. E’ stata comunque l’unica volta che mi è capitato.
L’Adreno 306 permette di giocare a tutti gli ultimi giochi con dettagli medio alti. Su Real Racing 3 i dettagli non sono al massimo e gli specchietti non funzionano, ma la grafica è fluida e non sono presenti lag di alcun genere.
Un ultimo appunto lato software è più una domanda a BQ. Con l’attenzione che avete verso la tecnologia, perché non aggiornare a Marshmallow questo Aquaris X5, dato che monta Android stock? Io mi auguro che arrivi nelle prossime settimane, perché se lo meriterebbe in tutto e per tutto!
FOTOCAMERA
Il reparto fotocamera non è stato trascurato da BQ e questo lo si nota già entrando nell’app dedicata. La fotocamera posteriore da 13 megapixel (Sony IMX214, apertura ƒ/2,0, sensore 1/3,06”, dual flash led) dovrebbe garantire buoni scatti ma soprattutto quella frontale da 5 megapixel (Samsung 5E2, apertura ƒ/2,0) promette di essere la gioia di tutti gli amanti dei selfie.
La somiglianza con l’app di iOS la si nota sin da subito, ma devo dire che questo rende il tutto piacevole e semplice da utilizzare. Con un swype possiamo cambiare velocemente modalità di scatto, scegliendo tra panoramica, foto, video, slow motion e time laps. Con un leggero swype dal basso verso l’alto entriamo nel menù della fotoacmera dove possiamo scegliere di variare i settaggi classici come il bilanciamento del bianco, gli ISO, l’HDR, il flash e non solo. Interessante la possibilità di lasciare il flash acceso durante i video e di poter registrare in slow motion sino a 120 fps (la qualità sarà molto scarsa). Possiamo variare l’esposizione in qualunque momento tramite la barra in alto, mentre per poter variare il fuoco manualmente dovremo tenere premuto sullo schermo. In questo caso però non sarà facile mettere a fuoco bene gli oggetti, che spesso risulteranno non nitidi, visto che sul display sarà difficile capirlo.
Per arrivare nel menù impostazioni bisogna premere nell’ingranaggio in alto a sinistra. Purtroppo se scattiamo alla massima risoluzione la foto sarà sempre in 4:3, visto che il sensore è, appunto, in 4:3. Per avere i 16:9 dovremo passare ad una risoluzione inferiore.
Per visualizzare la galleria foto (che poi è quella Google) basta effettuare uno swype dal basso verso l’alto all’interno della fotocamera o toccare il pallino con l’anteprima delle foto appena scattata. Avrei preferito che BQ usasse l’app foto al posto della classica galleria, che speriamo venga abbandonata da Google nei prossimi mesi.
La prima cosa che mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca è la pessima stabilizzazione software di questa fotocamera. La maggior parte delle volte le foto ci verranno mosse, specie per chi come me è abituato alle fotocamere montate sui Samsung top gamma o iPhone, anche di qualche generazione fa. Il micromosso è sempre lì in agguato nella fotocamera del BQ Aquaris X5 e servirà una mano abbastanza ferma per fare un bello scatto, che comunque non è all’altezza dei 13 megapixel. Tuttavia in condizioni di luce ottimali e all’aperto non si comporta male e considerando il prezzo è una buona soluzione per effettuare qualche scatto al volo da condividere sui social network. Ovviamente la situazione peggiora mano a mano ci avviciniamo a condizioni di luce tenue o assente, dove si farà davvero dura. In questi casi servirebbe una base o un cavalletto, altrimenti il micromosso sarà presente in quasi tutte le foto. Da segnalare anche che lo scatto in modalità normale è decisamente veloce, mentre in HDR è abbastanza più lento (normale che lo sia, ma non in questo modo).
La fotocamera frontale da 5 megapixel scatta anche lei in 4:3 e ci regala delle immagini abbastanza nitide e certamente migliori di molti altri smartphone anche top gamma. Risente meno del micromosso rispetto a quella posteriore, tuttavia non ho notato miglioramenti a livello di qualità rispetto a quella da 3 megapixel montata sul mio Note 4.
Se per il reparto fotocamera non ho notato grossi problemi (tranne in condizioni di luce scarsa), nel reparto video non posso dire altrettanto. Lasciando stare gli slow motion, che come spesso accade negli smartphone hanno una qualità pessima, i video hanno una stabilizzazione che rispecchia quella del reparto fotocamera (quindi non all’altezza) ma soprattutto una qualità che non rende giustizia al full hd e ai 13 megapixel.
C’è da dire però che, anche se da una fotocamera da 13 megapixel ci si aspetterebbe molto di più, sappiamo tutti che questo non è un top gamma e che la dicitura megapixel è più una cosa commerciale che altro. Le lenti e il sensore non possono essere paragonate ad un top gamma e considerando che si trova di listino a 249 euro possiamo ritenerci complessivamente soddisfatti, anche se avrei preferito magari meno megapixel ma uno stabilizzatore software almeno discreto.
AUDIO
Per quanto riguarda la capsula auricolare, come anticipato sopra, la qualità del suono è buona; sentirete la voce del vostro interlocutore non troppo fredda ma comunque non calda come quella di un telefono fisso.
L’altoparlante posto sotto allo smartphone invece è in posizione ottimale per godersi film e giochi senza preoccuparsi di tappare il piccolo altoparlante che spesso viene posto nel retro. E’ anche la posizione migliore per non perdersi nessuna notifica anche se teniamo lo smartphone appoggiato alla scrivania o ad una superficie soffice. Mi sarei aspettato un volume maggiore a dire il vero, specie per quanto riguarda il viva voce; però c’è da dire che il suono è sempre pulito, il sistema Dolby Atmos regola sempre in modo corretto l’equalizzazione e in ogni caso sentiremo l’audio fuoriuscire dalle casse inferiori.
Per quanto riguarda la prova in cuffia ho adoperato come al solito le mie Audio Technica ATH-M50, oltre ad un’inaspettata novità che recensirò nei prossimi giorni sempre su queste pagine. Si tratta delle Parrot Zik 3, delle fantastiche on ear bluetooth con dac integrato e riduzione attiva del rumore. Inoltre le ho testate per bene anche con le Xiaomi Hybrid, delle ottime in ear che ho apprezzato molto durante la corsa.
Vi dico innanzitutto che le Xiaomi Hybrid vengono pilotate in modo ottimale, regalando un volume abbastanza alto e adatto a delle in ear.
Il discorso cambia invece se analizziamo il suono emesso dalle Audio Technica ATH-M50. In questo caso il volume, come accade con quasi tutti gli smartphone, è troppo basso anche se portato al massimo, specie se ascoltiamo tracce in alta qualità. In ogni caso il suono è discreto, anche se gli alti e i bassi sembrano essere poco reali a mio avviso; tanto che i primi tendono ad essere fastidiosi in certi casi e troppo piatti in altri, mentre i secondi sembrano quasi assenti. Ovviamente ci vorrebbe un dac esterno opportuno per pilotare queste cuffie in maniera adeguata, oppure uno smartphone con un buon dac interno.
Tutt’altra cosa invece con le Parrot Zik 3, dove grazie al dac integrato il volume potrà essere alzato a piacere, tramite il comando sulle cuffie e tramite quello sullo smartphone. Stesso discorso per la qualità audio, che grazie al dac interno alle cuffie è di alto livello.
Va detto in ogni caso che il rumore di fondo è totalmente assente, ovviamente se usate tracce in alta qualità. Questo significa che è stato fatto un buon lavoro da parte di BQ anche nel reparto audio.
BATTERIA
Quando ho letto le caratteristiche tecniche di questo BQ la cosa che mi ha lasciato a bocca aperta è stata la batteria. Sulla carta una 2900 mAh con uno Snapdragon 412 e uno schermo in HD dovrebbero garantire ore di schermo acceso e più di un giorno di autonomia. La realtà però, lo sappiamo tutti, non è la stessa cosa. Perché le variabili sono moltissime. Per esempio, ho provato sulla mia pelle che, passando da un operatore ad un altro, il consumo potrebbe essere talmente diverso da ridurci l’autonomia del nostro smartphone sino a toglierci un’ora o più di schermo acceso al giorno.
Il mio test è stato effettuato con Wind in 4G, che nella mia zona (Padova) prende abbastanza bene. Ho utilizzato lo smartphone per due settimane provandolo in ogni condizione possibile, arrivando a volte ad esagerare (anche se, a mio avviso, uno smartphone va sfruttato a pieno).
Vi dico subito che nei miei test è sempre tutto attivo, quindi bluetooth (collegamento cuffie, MiBand e drone) e il GPS in precisione elevata.
Con un utilizzo tutto WiFi ho raggiunto tranquillamente le 7 ore e 40 minuti di schermo acceso, facendo il record personale di sempre! Ho raggiunto queste ore di schermo utilizzando quasi esclusivamente il browser, app di messaggistica (Telegram e WhatsApp), social (Facebook, Twitter, Instagram e Google+) e altro utilizzo blando. La prima notte l’ho lasciato spento, mentre la seconda in modalità aereo.
Lo scorso sabato era una bella giornata e quale occasione migliore per poter andare al mare e portarsi dietro il BQ Aquaris X5? 1 ora e 30 minuti di navigatore con Google Maps, un po’ di navigazione web, bluetooth con il drone per 10 minuti circa, 7 minuti di chiamate con ricezione scarsa, e sempre connesso in 4G. Ovviamente il tutto con luminosità in automatico al massimo. Dopo questo utilizzo, ricordando che la rete era abbastanza scarsa in spiaggia, mi sono ritrovato con un livello di batteria pari al 40%. Nonostante tutto BQ mi ha portato a casa con 3 ore e 10 minuti di schermo acceso (dalle 8 di mattina alle 18 di sera). Senza utilizzare il risparmio energetico.
Domenica invece c’era la maratona a Padova con le sue stracittadine. Non chiedetemi il perché ma ho scelto di fare la 10km e così ho acceso Runtastic per tutta la durata della corsa: 1 ora e 15 minuti con GPS acceso in alta precisione e 4G. In seguito lo smartphone è rimasto quasi tutto il giorno in 4G e acceso dalle 8.00 alle 1.50 di notte, effettuando 3 ore e 30 minuti di schermo acceso.
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CONCLUSIONI
BQ Aquaris X5 è uno smartphone che si presenta esteticamente come un top gamma ma che racchiude un cuore più economico senza però rinunciare alla qualità. Con 249 euro (di listino, ma a circa 200 euro online) ci si porta a casa un ottimo smartphone con una costruzione eccellente da far invidia a telefoni di triplo valore. Senza rinunciare però ad uno schermo eccellente (tranne per quanto riguarda i puntini bianchi al sole), una fotocamera posteriore discreta e ottima frontale con flash, ma soprattutto una batteria che dà del filo da torcere persino ai battery phone cinesi spessi tre volte tanto. Senza dimenticare che ci garantisce una giornata pesante di lavoro e almeno 5 o 6 ore di schermo acceso.
Davvero un plauso a questa società europea, una delle poche rimaste nel vecchio continente che sforna prodotti di qualità ad un prezzo a dir poco invitante. Ah, quasi dimenticavo, con BQ il vostro smartphone è garantito per ben 5 anni! Oserei dire che questo BQ Aquaris è una… garanzia!
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