Ho voluto approfittare dei 3 mesi di Apple Music regalati a tutti i nuovi utenti da Apple per testare il suo nuovo servizio di streaming musicale. Ecco quali sono le mie opinioni a riguardo dopo quasi 3 mesi di utilizzo di Apple Music su Mac, PC e smartphone.
Il primo impatto è stato duro, per non dire tragico
Non che sia brutta la grafica o mal gestito il servizio, anzi, però dopo anni di Spotify su ogni piattaforma capirete che abituarsi ad un nuovo servizio non è cosa da poco, specie se si tratta di tornare ad usare iTunes, che sebbene io abbia sempre amato per motivi organizzativi (degli album), si tratta sempre di un software che, sebbene rinnovato, ha qualche annetto sulle spalle.
All’inizio, subito dopo la velocissima registrazione (almeno per me, visto che avevo già un ID Apple), mi ha chiesto subito quali fossero i miei generi preferiti facendomi scegliere tra varie nuvolette rosa shock, poi la stessa cosa con i cantanti. Premi una volta sul nome significa che ti piace, premi due volte significa che “ti piace tanto”, almeno io l’ho intesa così.
Ho provato anche:
Fatto sta che sebbene fossi spaesato, Apple Music ha capito subito cosa mi piace e cosa non mi piace, proponendomi nella schermata “Per te” i miei artisti preferiti e altre “chicche” che ho scoperto proprio grazie a questo servizio.
Apple Music ha capito subito cosa mi piace e cosa non mi piace
Innanzitutto vi dico subito che il servizio è perfettamente immerso in iTunes, almeno su Mac e PC. Dopo i classici tab “Musica” e “Playlist” avremo infatti i nuovi “Per te”, “Novità”, “Radio” e “Connect”. Alla fine tutto gira intorno a queste quattro sezioni, integrate a loro volta con le prime due. Basterà infatti un semplice “Aggiungi a Musica” per ritrovarci il brano o l’album nella nostra libreria. Anche aggiungere un brano ad una playlist è semplicissimo, basterà premere “Aggiungi alla playlist >”.
Da questo punto di vista però ho trovato migliore Spotify. Se è vero che l’integrazione è ottima, alcune volte si fa fatica a capire quali playlist siano online, quali offline, quali invece dedicate solo a Apple Music…probabilmente bisogna cancellare dalla mente il concetto di musica online e unire entrambi sotto la concezione comune di “musica”.
Se le sezioni “Per te” e “Novità” (che è poi il fulcro di Apple Music) mi hanno sorpreso positivamente, “Radio” e “Connect” l’hanno fatto in senso negativo. La prima per mancanza di stazioni radio, la seconda perché la vedo come una cosa in più. Gli artisti hanno già a disposizione i social per comunicare e infatti ho notato che questa sezione è poco frequentata, sia da loro che, soprattutto, dagli ascoltatori e fan.
L’interfaccia, come vi dicevo, è la stessa di iTunes
E’ bella, molto di più rispetto a quella di Spotify che meriterebbe una svecchiata. Però quest’ultima è più fruibile e semplice. Basta premere un + per aggiungere il brano alla mia musica, l’icona per scaricare l’album e la playlist è lì bella in mostra e chiara a tutti. Qui no, sì certo c’è la nuvoletta, ma il passaggio è più complicato, visto che c’è una sorta di divisione tra la libreria del computer e quella online. Chiaramente questo vale per l’app desktop, su mobile è molto più semplice e simile se non identico a Spotify.
Anche la macchinosità dell’interfaccia ha un che di antico. Se la grafica è moderna, la navigazione tra i vari tab, gli album, gli artisti ecc è troppo lenta e macchinosa e spesso non ci si rende conto di come si è finiti in una certa sezione.
Dopo le prime settimane ci fate l’abitudine, tranquilli. Inoltre lo stile Apple c’è anche qui e si vede, eccome.
Per quanto riguarda l’app per Android (quella per iOS non ho il modo di provarla al momento) non mi va di recensirla a fondo visto che è ancora in beta. Tuttavia vi assicuro che funziona benissimo, anzi molto meglio della versione Mac e PC. Si vede chiaramente che è tutta nuova e non c’è dietro l’anzianità e la pesantezza di iTunes.
E’ impostata esattamente come la controparte desktop, però qui le varie sezioni sono più a portata di dito, il tutto è fluidissimo, gli swipe ci sono e fanno il loro dovere. Non è da sottovalutare nemmeno la coerenza grafica con il mondo Android; ci sono anche le nostre playlist, la nostra musica e quella funzione “connect” che non amo particolarmente. Insomma cosa manca? La possibilità di scaricare le canzoni per ascoltarle offline. Ora è possibile non solo salvare la musica per l’ascolto offline ma anche la possibilità di salvarla sulla scheda microSD.
A mio avviso Apple dovrebbe puntare su un’app nuova anche per la controparte desktop, in modo da snellirla e renderla più fruibile.
Un’altra cosa alla quale non ho mai fatto caso ma che mi manca un sacco in Apple Music. Su Spotify ho sempre trovato comodissimo (inconsciamente) l’indicatore di popolarità di un brano. Così come su YouTube posso vedere il numero di mi piace e le visualizzazioni di un video, anche in campo musicale mi piace vedere cosa ne pensano le persone. Su Apple Music non è lecito saperlo. E’ chiaramente una scelta di Apple stessa, probabilmente così sembra anche più professionale; però io quella funzione di Spotify la amo particolarmente quando ascolto artisti a me sconosciuti e se devo essere sincero mi manca, molto.
La cosa più importante però è solo una in questo campo: la quantità dei brani e la qualità degli stessi. Per quanto riguarda la seconda io sinceramente non ho notato differenze tra Spotify Premium e Apple Music. Il bitrate 256 kbps usato da Apple con formato proprietario AAC dovrebbe infatti equivalere al 320 kbps di quello standard (MP3) usato da Spotify Premium. Chiaramente non parliamo di qualità eccelse, da nessuna delle due parti. Purtroppo non esiste, che io sappia, un’alternativa agli stessi prezzi con la stessa quantità di musica che offra la qualità lossless (flac)…sì lo so, forse sogno troppo!
Comunque mi accontento, il test l’ho effettuato tramite le mie ormai classiche ATH-M50 (recensione mia qui) e nessuno dei due servizi mi ha lasciato deluso. A meno che non ascoltiate musica tramite le cuffiette della promo vodafone o quelle in regalo nei bus sightseeing vi renderete subito conto della differenza tra ascoltare la musica con un servizio gratuito (Spotify base o YouTube) e uno premium come lo stesso Spotify Premium o Apple Music.
Anche per quanto riguarda il primo aspetto (la quantità) sono rimasto soddisfatto. Tutto ciò che trovavo su Spotify l’ho trovato anche qui.
Un ultimo appunto: quando ho citato la funzionalità Connect, beh, sappiate che non ha nulla a che vedere con quella di Spotify (quella Apple è una specie di social network per artisti). Avete presente quando potete utilizzare il vostro smartphone per comandare la musica in riproduzione sul vostro PC/Mac o impianto stereo o ancora in auto? Beh tutto questo con Apple Music, purtroppo, ancora non è possibile farlo. Sinceramente non l’ho mai utilizzata molto come funzione neanche con Spotify, però so per certo che a molti torna molto utile…d’altronde cambiare musica dal proprio smartphone, magari mentre è in corso una festicciola in casa nostra, è un must!
Capitolo finale riguardante il prezzo: 9,99 euro per entrambi i servizi.
Quale scegliere? Meglio restare con Spotify o abbonarsi ad Apple Music?
Se siete utenti Apple, nel senso che avete tutto l’ecosistema OS X e iOS e magari un account famiglia, allora io mi abbonerei ad Apple Music se fossi in voi.
Secondo me non c’è un vincitore. Dipende tutto dalle vostre preferenze
Se invece siete sempre stati abbonati con Spotify e vi siete sempre trovati bene, non vedo perché abbandonare. Apple Music non porta nulla di nuovo a parte la funzione Connect, che a dire il vero reputo abbastanza inutile. Senza contare le offerte degli operatori italiani con Spotify, cosa da non denigrare. In attesa che si decidano a fare lo stesso anche con Apple Music.
Vi consiglio comunque di provarlo e farvi un’idea voi stessi. Alla fine va a gusti ed io, personalmente, mi sono trovato davvero bene, specie per quanto riguarda la scoperta di nuovi brani e artisti, funzionalità (“Per Te”) che con Spotify rimpiangerò.
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