Il potere della conversazione nel marketing

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Alla fine del 2018, secondo i dati di eMarketer, il 78% di chi utilizza smartphone, a livello mondiale, è attivo sulle app di messaggistica e i numeri sono destinati a crescere: entro il 2021 si prevede che gli utenti cresceranno di un ulteriore 23%. Un trend che ora si sta affermando sempre di più: le aziende stanno cominciando ad attrezzarsi.

Alla luce di questo fenomeno, le app di messaggistica (Whatsapp, Facebook Messenger, Telegram) costituiscono un terreno fertile per lo sviluppo – da parte delle organizzazioni – di esperienze conversazionali: da una parte i chatbot, ovvero le risposte automatizzate prodotte dall’intelligenza artificiale, e dall’altra i voice assistant presenti sugli smart speaker (come Google Home o Amazon Echo), e dove entrambi basano la user experience degli utenti sulla conversazione.

Parliamo quindi di conversational experience con la quale ci riferiamo a diversi tipi di conversazione applicati a vari ambiti: dall’HR alle vendite, passando al servizio clienti, ma soprattutto al marketing.

La conversazione come strumento di marketing

La conversazione sta stravolgendo il modo in cui tante aziende, grandi e piccole, comunicano con i propri utenti.

Hej! è la Digital Innovation Agency che nasce con l’idea di connettere le persone e i brand attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative ed è in particolare focalizzata sull’intelligenza artificiale applicata alla conversazione.

Secondo i dati diffusi da Adobe, il 28% delle aziende con le migliori performance utilizza l’A.I per sviluppare le proprie azioni marketing: la conversazione, quindi, può essere utilizzata a 360° come vero e proprio strumento di marketing. 

Evitare l’invasività e seguire il “ritmo” dell’utente

L’obiettivo è di far emergere dei contenuti e diffonderli al ritmo dell’utente. Inoltre, la grande opportunità fornita dalla conversation experience è che non si tratta solo di diffusione one-way only: è possibile, infatti, ingaggiare gli utenti in conversazioni, ottenere riscontri e successivamente, proseguire nell’azione.

La conversazione consente alle aziende di distribuire i propri contenuti in maniera oculata (senza rischio di generare spam) e permette agli utenti di servirsene quando lo ritengono opportuno, ma soprattutto permette di ascoltare veramente quello loro vogliono e ciò a cui sono interessati. Avere un orecchio aperto verso i propri utenti è l’unico modo per costruire prodotti e servizi che siano veramente interessanti e soprattutto utili.

La conversazione passa anche dal voice

Il conversational marketing trova sempre più spazio anche sui più recenti device di voice assistant: per questo motivo Hej! ha di recente sviluppato Yeah! Voice, un tool per gli smart speaker.

Grazie a Yeah! Voice i brand possono “costruire una presenza” all’interno dei dispositivi a comando vocale più noti, come Amazon Echo e Google Home, dialogando con il proprio pubblico in modo sempre più personalizzato.

“Con il supporto di un team di esperti in digital media, tecnologie innovative, storytelling e sceneggiatura abbiamo creato delle vere e proprie esperienze conversazionali che possono aiutare le aziende a comunicare le proprie storie, campagne e valori ai propri utenti”, spiegano Paolo De Santis (COO) e Stefano Argiolas (CEO) di Hej!.

Conversational marketing per Danone Italia

“Abbiamo sviluppato per Danone Italia, più precisamente per il brand Danacol, un progetto innovativo di conversational marketing in cui l’obiettivo dell’azienda è quello di dare ai propri consumatori la possibilità di seguire un percorso educational, al fine di proporre uno stile di vita più sano.” spiega Paolo.

In questo contesto, Hej! ha realizzato un chatbot che per 9 mesi dialoga con i singoli utenti inviando loro suggerimenti relativi, ad esempio, a esercizi fisici da eseguire e ricette a basso contenuto di colesterolo.

Il progetto prevede un piano di 21 giorni con consigli quotidiani per cercare di migliorare le abitudini delle persone e un piano di mantenimento con consigli settimanali per i mesi successivi. Il chatbot, inoltre, è in grado, grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, di rispondere alle domande degli utenti. In questo modo i consumatori del brand possono conversare “direttamente” con l’azienda, chiedendo consigli e suggerimenti in merito ai temi e contenuti distribuiti.

“Il vantaggio dell’implementazione di questa strategia di conversational marketing è duplice – conclude Paolo – da una parte si entra in contatto diretto con il consumatore fornendo contenuti e informazioni che possano essere utili per aiutare a realizzare desideri e bisogni delle persone (come, ad esempio, la spiegazione di una ricetta salutare) e dall’altra si crea una relazione profonda con le persone, ormai fondamentale in un mondo iper affollato di messaggi dove l’attenzione sta diventando sempre più scarsa.”

“Danone è un’azienda innovativa che mette sempre al centro il consumatore, per questo motivo un progetto di conversational marketing era assolutamente in linea con la strategia che stiamo portando avanti – afferma Elisabetta Corazza, Head of Digital Marketing di Danone Italia – Siamo molto contenti di aver investito in questo progetto che ci aiuterà a capire molto di più delle persone che acquistano i nostri prodotti e che lavora per creare la fedeltà che, in questo ecosistema di touchpoint ogni giorno più complesso, è sempre più difficile ottenere e misurare.”

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