Cos’è successo al petrolio il 20 aprile 2020: sotto zero per la prima volta

petrolio 20 aprile 2020

Segnatevi questa data sul calendario perché rimarrà impressa sui futuri libri di storia: il 20 aprile 2020 è storia per l’economia, per la finanza, per il mondo, perché il petrolio ha toccato valori negativi per la prima volta.

Non era mai andato sotto lo zero. Mai in tutta la storia. Eppure il 20 aprile 2020 è successo qualcosa che difficilmente potrà ripetersi e che nessuno, o quasi, poteva prevedere.

Cerchiamo di capire cos’è successo e com’è possibile che il prezzo sia sceso talmente tanto da andare in territorio negativo, toccando addirittura i -$40.

Cos’è successo il 20 aprile 2020 al petrolio

Prima di tutto va fatta una premessa: il petrolio non è come l’azione di un’azienda, il suo prezzo è quindi basato su diversi indici che a loro volta si basano sui contratti futures.

Brevemente e semplificando moltissimo, non potete comprare un barile di petrolio sul mercato, ma potete comprare un contratto futures, con scadenza tra tot mesi.

Mettiamo caso che ne compriate uno ora con scadenza a luglio. Prima della scadenza, che avviene un tot di giorni prima, dovete chiudere il contratto, a meno che non vogliate gestire la consegna e lo stoccaggio dei barili di petrolio.

Solitamente questa operazione, per precauzione, viene fatta dalla vostra banca o intermediario se vi dimenticate di farla voi stessi.

Se non viene chiusa l’operazione i barili andranno stoccati in qualche posto della terra, che solitamente è a Cushing, in Oklahoma (USA), con una capacità di circa 91 milioni di barili.

Prima della chiusura del contratto gli speculatori o investitori “normali” (come noi e voi) chiudono le rispettive posizioni proprio perché sarebbe per loro deleterio gestire lo stoccaggio dei barili con le relative spese.

Questa operazione si fa chiudendo il contratto in scadenza e aprendone solitamente uno nuovo con scadenza successiva (in gergo, rollover).

Un’operazione solitamente indolore che avviene normalmente più volte all’anno.

Il 20 aprile 2020 il mercato del petrolio è diverso

In questo momento storico (pandemia di coronavirus) la domanda di petrolio è a picco a causa delle restrizioni (lockdown) in tutto il mondo, che hanno fatto calare il traffico di veicoli privati, treni e aerei al minimo storico.

Ciò ha portato speculatori e trader a vendere in massa prima della scadenza dei rispettivi contratti di maggio (che scadevano oggi 21 aprile 2020).

Speculatori e trader che ovviamente hanno trovato molto difficile vendere i rispettivi contratti, tanto da diventare impossibile piazzarli sul mercato, il che ha fatto crollare la domanda fino a -$40.

In parole semplici: venivate pagati 40 dollari per acquistare un barile di petrolio con consegna programmata a maggio, incredibile vero?

Beh, non tanto, a meno che non siate in grado di programmare e gestire il ritiro e stoccaggio del petrolio!

Questi trader e speculatori non potevano quindi permettersi di stoccare il petrolio presso la sede di Cushing, in Oklahoma, visto che non hanno slot prenotati in loco.

Com’è possibile tutto questo?

Ma com’è possibile che non ci siano slot liberi se il contratto prevede alla scadenza la consegna dei barili a Cushing? Il motivo è presto detto.

A causa della domanda di petrolio a picco, i barili rimangono fermi nei centri di stoccaggio di Cushing, perché a nessuno interessa in questo momento andarli a recuperare.

Infatti sebbene la domanda sia al minimo storico, l’Arabia Saudita e gli altri Paesi OPEC continuano a estrarre petrolio come se nulla fosse, accumulando barili e aumentando l’offerta a fronte di una domanda nulla.

Gli speculatori e i trader si trovano quindi in difficoltà…

  • sono senza possibilità di stoccare il petrolio a Cushing
  • senza possibilità quindi di pagare un prezzo per tenerlo fermo
  • oppure semplicemente con la totale inesperienza in questo campo (in pochi sanno che alla scadenza c’è la spedizione fisica del sottostante, ossia petrolio in questo caso)

…in altre parole, si ritrovano, come si suol dire, con il cerino in mano.

Ecco perché oggi il prezzo è calato in modo talmente elevato da perdere il 320% in un sol giorno arrivando a toccare il prezzo di -$40.

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Futures petrolio maggio 2020

Ma questo non è il valore del petrolio!

Attenzione a non confondere il prezzo dei future con il reale valore del petrolio in questo momento.

Il fatto che il future con scadenza a maggio sia crollato del 320% andando a toccare i -$40 è certamente un fatto storico e mai avvenuto prima.

Ma questo ci dice solo una cosa, ossia che il mercato fisico del petrolio a Cushing non è certamente nelle migliori condizioni in questo momento e i magazzini di stoccaggio sono completamente pieni.

La conferma che il valore del petrolio è, per ora, ben altro, lo possiamo capire dai future con scadenza successiva ma non così tanto lontana.

Come quello di giugno, che in questo momento quota a circa $21, seppur sia sceso anche lui di parecchio.

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Futures petrolio giugno 2020

Cosa succederà nei prossimi mesi?

Bella domanda. Nessuna ha la sfera di cristallo, anche se possiamo prevedere quel che, si spera, decidono di fare i Paesi OPEC, tra cui Arabia Saudita e Russia.

E difatti arrivano anche le prime notizie, direttamente dal WSJ: “i Sauditi considerano un taglio dell’estrazione di petrolio in seguito al crollo dei prezzi”.

L’articolo del WSJ cita anche che “gli altri membri OPEC considerano la possibilità di ridurre la produzione di petrolio prima della data di maggio stabilita in accordo con gli Stati Uniti e la Russia”.

Sospetti di manipolazione

Il 24 aprile 2020 IlSole24Ore pubblica un articolo in cui si parla di possibile manipolazione di mercato e di “perdite per milioni di dollari a carico di investitori di tutto il mondo, presi in contropiede dal crollo del Wti a prezzi negativi”.

Si comincia a parlare di sospetti di manipolazione di mercato e insider trading.

Harold Hamm, celebre petroliere americano, amico di Donald Trump e fondatore di Continental Resources, ha invocato “un’indagine immediata” sull’accaduto.

Hamm ha sollecitato l’avvio di indagini per “potenziali manipolazioni di mercato, guasti del sistema informatico o errori nella programmazione dei computer”.

I regolatori Usa prima ancora che il prezzo andasse sotto zero avevano già sospetti sul Wti, secondo fonti Bloomberg, ipotizzando attività di insider trading da parte di soggetti legati al Cremlino.

Stanno investigando sulla vicenda la Commodity Futures Trading Commission (Cftc), l’Fbi, il dipartimento di Stato e la Financial Conduct Authority (Fca).

Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha commentato così l’accaduto: “abbiamo visto, ma non sappiamo quanto sia credibile”.

Perdite per milioni di dollari e fondi saltati

Nella giornata di lunedì 20 aprile 2020 moltissimi trader individuali e non hanno perso milioni di euro:

  • Interactive Brokers Group, molto usato da trader individuali, ha rivelato di essersi accollato 88 milioni di dollari di perdite
  • 3.700 clienti di Bank of China hanno perso 85 milioni di dollari

Diversi Etf sul greggio sono stati ritirati dal mercato in Europa e negli Usa da alcune società emittenti, tra cui:

  • Barclays
  • WisdomTree

Il problema degli Etf è che non possono avere prezzi negativi, un po’ come le azioni. Di conseguenza se il sottostante (il petrolio) assume un valore negativo (come il futures sul Wti con scadenza a maggio il giorno 20 aprile 2020), il fondo può saltare.

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