Netflix comincia a fiutare aria di crisi dopo l’arrivo di due colossi pronti a fargli concorrenza spietata e gli azionisti sembrano abbastanza preoccupati.
Non bastava Amazon Prime Video, nel giro di pochi mesi sono arrivati anche Disney+ e Apple TV+, tra l’altro con prezzi decisamente concorrenziali.
I risultati del Q2 2019 (aprile, maggio e giugno) sono abbastanza chiari: Netflix ha perso clienti (126.000 per essere precisi), almeno negli Stati Uniti, per la prima volta dal 2011.
Altrettanto preoccupante, al di fuori degli Stati Uniti la compagnia ha registrato solo 2,8 milioni di abbonati, circa la metà di quanto previsto dall’azienda stessa.
Gli azionisti, chiaramente, non sono rimasti a guardare. In una notte l’azienda ha perso 17 miliardi di dollari, dimostrando quanto importante sia il numero di abbonati per la sostenibilità del business aziendale.
D’altronde la previsione di 7 milioni di nuovi abbonati, seppur ottimistica, non è stata neanche lontanamente rispettata.
Come se non bastasse, questi dati sono relativi, come detto in apertura, al secondo trimestre dell’anno, periodo in cui i diretti concorrenti, ossia Disney ed Apple, ancora non erano arrivati sul mercato.
Netflix e azionisti assuefatti dalla crescita. Quanto può durare ancora?
Aswath Damodaran, professore di finanza presso la Stern School of Business (Università di New York), sostiene che “il mercato sia dipendente dalla crescita del numero degli abbonati a Netflix”.
“Per un decennio, continua Damodaran, l’azienda ha speso e investito sempre più soldi sui contenuti, acquisendo in questo modo sempre più utenti”.
“Ma la domanda è: come scendere da questo tapis roulant? Spendere il 75% di ogni dollaro sui contenuti non sarà più sostenibile. Il prossimo anno sarà la grande sfida”.
Solo il futuro dirà come evolverà questo mercato e soprattutto come cambierà con l’arrivo definitivo dei nuovi servizi di Disney ed Apple.
Dovremo avere i primi dati (abbastanza affidabili) all’inizio dell’anno prossimo.
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