Leggevo giusto ieri sera che l’Ungheria vorrebbe costruire un muro alto 4 metri lungo il confine con la Serbia. Ad essere sincero non ci credevo ed ero convinto si trattasse di Lercio o un blog simile. Invece mi sono reso conto di essere su IlSole24Ore, giornale che ritengo abbastanza autorevole, almeno in confronto con il resto della stampa italica.
Insomma se ai suoi tempi (qualche anno fa, ndr) l’episodio della Spagna e delle sue reti (di 3 metri di altezza, lunghe 8km a Ceuta e 12km a Melilla, saranno innalzate fino a 6 metri) innalzate nelle coste aveva fatto discutere non poco (il costo del progetto delle “reti anti-invasione” è di 30 milioni di euro, pagati dalla Comunità Europea), questa decisione dell’Ungheria non sembra smuovere gli animi dei pacifisti, anzi. Leggendo online pochi (o nessuno) sembra indignato da tutto ciò.
Il fatto è che l’Ungheria è il paese che ha accolto più immigrati pro capite di tutti i paesi UE nel 2014. I tentativi di accesso al Paese sono stati oltre 40’000 lo scorso anno, mentre nel 2015 è previsto che supereranno i 100’000. L’Europa per questa situazione critica non è intervenuta in nessun modo.
E’ chiaro che, invece, questo ed altri problemi (vedi le nostre coste e gli sbarchi libici) dovrebbero essere di interesse non solo dei rispettivi Paesi, bensì dell’Unione intera. Però si sa, quest’Unione Europea s’ha da fare solo quando si parla di economia e finanza, per tutto il resto “si può aspettare”.
E così sono i singoli Paesi a dover prendersi carico di tutto questo. Sebbene Ungheria, Bulgaria (che ha in previsione di fare altrettanto nei confini con la Turchia) e Spagna si stiano dando da fare per conto proprio, il Bel Paese non sembra interessarsi troppo del problema.
O meglio, lo fa’ a modo suo; con Renzi che va in visita dai vari Capi di Stato a chiedere qualche aiutino (ultimo quello di Cameron, ieri) e un’operazione che si chiamava Mare Nostrum (ora rinominata e rimodulata con supporto UE grazie a Frontex, in teoria) che non ha fatto altro che incentivare gli arrivi di queste persone in “fuga” dai propri paesi.
Chi sono queste persone?
Si badi bene innanzitutto a non confondere le due cose: parliamo infatti di due flussi migratori assolutamente diversi. Da una parte, quella ungherese, si parla di profughi in arrivo dai Paesi come Siria, Iran, Iraq e che attraversano vari Stati a piedi, tra i quali la Turchia. Quest’ondata di flussi migratori sembra essere aumentata in seguito all’avanzata dell’ISIS (ora “Islamic State” o più semplicemente “IS”).
Per quanto riguarda la parte italiana e spagnola invece il problema è un altro: i profughi sono di origine africana, alcuni libici e tunisini ma anche di altri Paesi dell’Africa centrale ben più lontani.
La maggior parte di queste persone, però, non sono da classificare come rifugiati di guerra. E questo è uno dei motivi principali che spinge alcuni Paesi europei (vedi Francia in questi giorni, ma anche Svizzera e Austria) a rifiutare e respingere questi migranti.
Molti di loro infatti (la maggioranza a quanto pare) arrivano senza documenti, cosa che non avrebbe senso per un rifugiato di guerra o politico. Insomma, sono in tutto e per tutto clandestini che pagano profumatamente per fare un viaggio “della morte” con degli scafisti disposti a tutto pur di guadagnare.
Tutto questo per la speranza di arrivare in Europa e fare una vita migliore, cosa che molti di loro sostengono di vedere attraverso le nostre reti televisive. Il problema è che sanno bene che qui non è semplice integrarsi e che anche i Paesi europei sono in difficoltà. Sempre meglio però che dover lavorare giornate intere giusto per portare a casa da mangiare.
Se poi contiamo che le voci del tipo “lì in Italia e in Europa siete assistiti in tutto e per tutto” arrivano anche in Africa, allora è chiaro che gli sbarchi raggiungeranno cifre folli.
Ecco perché, a mio avviso, non dovremmo permettere che tutto ciò avvenga. Non sto parlando di “aiutiamoli a casa loro” unito a “più ruspe” ma ad un più semplice “stop invasione”.
Le nostre risorse sono finite anche per noi, la crisi economica e finanziaria dell’intera eurozona va avanti ormai da parecchi anni e una situazione come quella che dobbiamo affrontare con i migranti non è auspicabile in tempi di boom economico, figuriamoci in recessione piena e continua.
E’ chiaro che la costruzione di muri e reti per impedire a queste persone di raggiungere la costa italiana e i confini europei sembrano cose d’altri tempi e contro ogni diritto umano, ma è anche vero che in questo modo, a lungo andare, la situazione peggiorerà non solo per loro ma anche per noi, trasformandosi in una lama a doppio taglio.
Ben vengano quindi le iniziative di Spagna, Ungheria, Bulgaria e anche i respingimenti da parte di Francia (che a mio modesto parere ha tutto il diritto di non accettare migranti che non sono stati identificati a dovere dal nostro Paese, come invece avrebbe dovuto fare al loro arrivo), Svizzera e Austria (buon per loro).
Nell’attesa che anche l’Italia e soprattutto l’Europa si pronuncino, facendo valere almeno questa volta “la parola UE”, non c’è altro da fare se non “mettere delle pezze”.
Reply