Poco più di 6 anni fa usciva LIMBO prodotto inizialmente in esclusiva per Xbox Live Arcade da Playdead; nonostante sia passato ormai qualche anno, ho deciso di cimentarmi in questo puzzle-platform 2D.
Nel gioco interpretiamo un ragazzino senza nome che vaga in un mondo tetro e pieno di pericoli, il Limbo appunto, per cercare la sorella.
La grafica è molto semplice: tutto si basa su un buon impiego della scala monocromatica, con un utilizzo sapiente di giochi di luci ed ombre; le figure e i paesaggi ne risultano quindi stilizzati, ma ad effetto, creando un’atmosfera carica di tensione e a tratti quasi thriller.
Non sono presenti musiche, ma solo gli effetti sonori prodotti dal personaggio e dai vari oggetti di scena; ciò contribuisce a dare un’aria cupa e tenebrosa a questa avventura.
La base di questo gioco è costituita da rompicapo di varia difficoltà che solo una volta risolti si riuscirà a proseguire, inoltre più si va avanti nella storia più la difficoltà dei rompicapi si legherà anche all’abilità del giocatore riguardo la precisione nel comando del personaggio e nel giusto tempismo. Nel cercare la soluzione a questi si morirà varie volte (a meno che non si vada a cercare la soluzione in internet, ma allora dove starebbe il divertimento?), tanto che Playdead ha definito questo stile di gioco “prova e muori”.
Gli achievement del gioco sono in totale 13, alcuni dei quali davvero difficili da trovare e uno di questi è addirittura un obiettivo nascosto, il quale verrà rivelato solo una volta sbloccato; questi vengono sbloccati una volta che troviamo una sorta di uovo luminescente.
I comandi sono semplici e questo permette anche a chi non è un habitué di giocarci senza troppa difficoltà; Limbo l’ho giocato sia mediante pad, che mediante tastiera e entrambi gli strumenti permettono di poter completare questo videogame senza alcuna sostanziale differenza, quindi potrete utilizzare il device da voi preferito senza essere penalizzati in alcun modo.
Playdead ha realizzato davvero un bel videogame, che riesce ad intrattenere il giocatore fino alla fine per cercare di capire un po’ di più sulla storia di questo ragazzino. Anche i rompicapi sono stati ben pensati, per essere impegnativi, ma superabili da tutti con un pizzico di impegno e con l’adozione di prospettive diverse dal solito.
In conclusione possiamo dire che nonostante Limbo sia un gioco di nicchia, non è assolutamente da sottovalutare, anzi. Si può completare in breve tempo e questo permette di finirlo senza arrivare a stancarsi.
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