Stefan Rahmstorf è un climatologo a capo dell’Earth System Analysis del Potsdam Institute for Climate Impact Research. Ed è colui che lo scorso 15 agosto si è sbilanciato su Twitter dicendo tranquillamente che la Terra non è mai stata così calda negli ultimi 120mila anni.
Le registrazioni delle temperature al suolo sono iniziate solo nel 1880 e quel che possiamo dire con certezza è che lo scorso luglio è stato, globalmente, il terzo più caldo.
Ma perché Rahmstorf si è voluto spingere così infondo nel tempo? Ovviamente le sue sono supposizioni, ma non sono basate sul nulla. Stefan si è infatti collegato al periodo geologico noto come Eemiano, intercorso tra 130mila e 115mila anni fa.
In quel periodo le temperature terrestri erano infatti ancora più calde di oggi di ben 1-2°C di media, che è tantissimo. Eppure secondo il climatologo Rahmstorf lo scorso luglio potrebbe aver battuto anche quei picchi di caldo avvenuti 120mila anni fa.
Quel che è diverso, però, è l’arco di tempo in cui i cambiamenti alla temperatura terrestre avvenivano. Il periodo Eemiano è stata una fase calda per il pianeta, ma le temperature sono aumentate e poi diminuite in un tempo complessivo pari a migliaia di anni.
Oggi invece assistiamo a cambiamenti repentini della temperatura. Parliamo infatti di un riscaldamento globale, quello del periodo in cui viviamo, avvenuto nel corso degli ultimi 150 anni. Un tempo brevissimo se consideriamo la durata delle ere e conseguenti fasi della Terra.
Questo cambiamento sarebbe quindi da imputarsi all’attività dell’uomo e in primis ai gas prodotti dai vari combustibili. Basta osservare questa impressionante foto pubblicata dalla NASA una decina di giorni fa:
La differenza principale con il periodo Eemiano sarebbe inoltre la concentrazione di anidride carbonica nell’aria. All’epoca era pari a 280 parti per milione, contro le attuali 400 parti per milione. Per avere un dato simile a quello attuale bisogna tornare indietro di 800mila anni.
Durante il periodo Eemiano le temperature più alte hanno causato lo scioglimento dei ghiacciai che hanno portato ad un innalzamento dei mari. Basti pensare che il livello era dai 6 ai 9 metri più alto di ora! Gli ippopotami infatti, animali che prediligono le temperature calde, erano presenti negli acquitrini di tutta Europa.
Infine, secondo gli studiosi, le temperature di oggi superano anche quelle dell’Olocene, periodo risalente a circa 7mila anni fa e particolarmente caldo.
Ultima nota dolente: i tre anni più caldi sono stati registrati tutti in sequenza, ossia il 2015, il 2016 e il 2017.
Potremo consolarci al pensiero che il periodo Eemiano fu seguito da una glaciazione durata ben 90mila anni, ma come detto non si tratta più solo di un naturale ciclo ma di un aumento globale delle temperature forzato anche (ma non solo, probabilmente) dall’uomo.
Fonte: @rhamstorf – HDblog
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