I cittadini islandesi si sono dati da fare per riscrivere la costituzione del Paese grazie anche al web
Chi segue il mondo dell’economia e della finanza si ricorderà sicuramente della situazione critica in cui si è trovata l’Islanda sin dalle primi fasi della crisi finanziaria globale. La causa? Il sistema bancario, tanto per cambiare.
Ma ciò che importa è che il paese sta cercando di rialzarsi grazie ai cittadini e ad un nuovo strumento: il web. Sì, perchè l’Islanda grazie ad Internet e alla collaborazione dei 300mila abitanti ha riscritto la sua Costituzione. Sarà così il primo paese al mondo a dotarsi di una Costituzione nata dalla collaborazione dei cittadini.
La bozza della Carta che diverrà la nuova Costituzione è stata approvata dai due terzi dei votanti dopo essere stata discussa, elaborata e modificata via Facebook e Twitter. La cosa non è ancora ufficiale, ma manca solo il sigillo finale da parte del Parlamento di Reykjavik.
Ma da cos’è nata questa idea inedita? Tutto iniziò agli inizi dell’attuale crisi finanziaria, quando gli islandesi decisero di modificare l’ormai vecchia Costituzione datata 1944. Era infatti divenuta decisamente datata, visto che era stata scritta sul modello di quello danese dopo aver ottenuto l’indipendenza. Così nel 2010, grazie ad un voto contestato che ha messo in discussione l’intero processo di revisione -scrive il Sole 24 Ore- è stato eletto un Consiglio Costituzionale formato da 25 cittadini .
Ma la novità arriva ora: sulla bozza presentata al Parlamento nel 2011 -scrive sempre il Sole 24 Ore- è stata aperta una consultazione, che è durata più di un anno, sui social network dove si sono raccolte le opinioni degli islandesi. Così proprio la scorsa domenica è stato sottoposto un referendum con sei domande, tra cui una in cui si chiedeva l’opinione riguardo l’uso della bozza come base per definire la nuova Costituzione.
L’importanza di questa vicenda è che Internet è stato utilizzato finalmente per ciò che è nato: collegare le persone insieme, per rendere tutti allo stesso livello, creando una sorta di nuova democrazia simile a quella esistente nell’antica Grecia.
Chissà se questo esempio islandese verrà preso in considerazione anche nel nostro paese e negli altri paesi europei. Ciò che sappiamo è che anche da noi il web sta giocando un ruolo importante (vedi il peso di Internet nel conoscere nuovi partiti, l’esempio lampante di oggi è certamente Grillo) così come nelle elezioni americane. Proprio le prossime elezione USA saranno infatti ricordate come “elezioni social” visto che i due candidati (Obama in primis) si sono “giocati” molti voti su Facebook e Twitter.
Fonte: Il Sole 24 Ore
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