Nel mondo diversi Stati cominciano ad avere dubbi sull’operato della Cina per quanto riguarda le prime fasi della gestione dell’epidemia di coronavirus e anche su quanto fatto dall’OMS.
Tra questi possiamo citare gli Stati Uniti, l’Australia e la Francia, oltre ai casi sollevati da un quotidiano tedesco (il più importante in Europa) e da un virologo italiano che è salito agli onori della cronaca per aver gestito la situazione di emergenza al meglio sin dalle prime fasi (in Veneto).
Aggiornamento maggio 2020:
- Oltre 100 Paesi chiedono un’inchiesta indipendente sulla gestione della pandemia (IlSole24Ore del 19 maggio 2020)
- Cina si dice “Favorevole a un’indagine sull’origine della pandemia” (Ansa del 28 maggio 2020)
- USA, Trump comunica che i rapporti con l’OMS sono terminati e che i fondi saranno destinati ad altre organizzazioni del mondo (Ansa del 29 maggio 2020)
Cronologia dei fatti (dal più vecchio al più nuovo):
Il ministro degli Esteri dell’Australia, Marise Payne ha chiesto l’avvio di un’indagine internazionale sull’origine del coronavirus e la sua diffusione nel mondo, inclusa la gestione iniziale dell’epidemia a Wuhan da parte della Cina.
Payne ha esortato la Cina a consentire la trasparenza del processo e non crede che l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) dovrebbe condurre l’indagine.
La ministra australiana crede infatti che piuttosto che un’indagine avviata dall’OMS sarebbe preferibile una cooperazione internazionale in tal senso.
[su_quote cite=”Marise Payne”]Occorrerà che i Paesi si riuniscano attorno ad un tavolo con la volontà di essere trasparenti e impegnarsi in tale processo e per garantire che abbiamo un meccanismo di revisione in cui la comunità internazionale possa avere fiducia.[/su_quote]
Payne è inoltre scettica sull’operato dell’OMS per quanto riguarda la gestione e la risposta globale alla pandemia.
[su_quote cite=”Marise Payne”]Dobbiamo conoscere il tipo di dettagli che una indagine indipendente ci identificherebbe sulla genesi del virus, sugli approcci per affrontarlo e sull’apertura con cui le informazioni sono state condivise.[/su_quote]
Il giorno 23 aprile il premier australiano Scott Morrison ha discusso al telefono con diversi leader mondiali, tra i quali il presidente americano Donald Trump.
Secondo il premier anche l’Oms dovrebbe partecipare ad un’inchiesta indipendente su come si sia diffuso il coronavirus.
USA, intelligence in Cina, fondi tagliati all’OMS, commissione internazionale
Donald Trump non è nuovo agli attacchi contro le organizzazione mondiali tra cui ONU e OMS, ma questa volta oltre alle parole arrivano i fatti.
Il 15 aprile 2020 il presidente degli Stati Uniti comunica ufficialmente il taglio dei fondi americani all’OMS.
Gli USA hanno deciso così di sospendere gli aiuti per un periodo tra i 60 ed i 90 giorni.
Trump accusa l’OMS di aver “portato avanti la disinformazione della Cina riguardo al coronavirus”.
Secondo Trump l’OMS avrebbe “coperto” i ritardi e le inefficienze cinesi nella diffusione del Covid-19 nel mondo.
Sui ritardi, errori e responsabilità dell’OMS, oltre ad un inquietante scenario dietro il direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dedicato un servizio la trasmissione in prima serata su Rai 2, Petrolio.
Gli USA inoltre avrebbero inviato anche una squadra dell’Intelligence (agenti segreti) per esaminare quanto successo in un laboratorio a Wuhan.
Al vaglio diverse ipotesi, come la fuoriuscita, anche per errore e scarse norme di sicurezza, del virus dai laboratori.
[su_quote cite=”Donald Trump”]Se la Cina si è resa intenzionalmente responsabile della diffusione del virus dovrebbe pagarne le conseguenze. Se invece è stato un errore è diverso. Se è stato un errore finito fuori controllo o se lo hanno fatto deliberatamente. C’è una grande differenza tra le due cose ma in ogni caso devono lasciarci indagare. Io l’ho chiesto subito ma loro non hanno voluto, penso che fossero imbarazzati.[/su_quote]
Inoltre il senatore americano David Hawley ha proposto una commissione internazionale guidata dagli USA.
Hawley ha persino chiesto che ai famigliari delle vittime di Covid-19 sia consentito di fare causa al governo cinese.
Francia, Macron, dubbi su gestione virus in Cina
Anche il presidente francese Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron si è detto dubbioso sulla gestione del virus in Cina.
Macron in un’intervista al Financial Times ha dichiarato che in Cina “ci sono chiaramente cose che sono successe che non sappiamo”.
Il presidente francese ha continuano, sostenendo che “non siamo abbastanza ingenui da dire che la situazione era più grave. Non lo sappiamo. Anche se, evidentemente, sono successe cose che non sappiamo”.
Germania, la stampa (Bild) attacca il presidente cinese
Julian Reichelt, il direttore di Bild, quotidiano tedesco, nonché il più venduto in tutta Europa, ha pubblicato un video in cui viene attaccato il presidente cinese Xi Jinping.
Il video arriva dopo una serie di botta e risposta tra il quotidiano tedesco e l’Ambasciata Cinese, che non aveva gradito il trattamento che il giornale stava riservando al governo cinese (accuse e richieste di risarcimenti per i danni subiti da tutto il mondo a causa del virus).
Come risposta non sono arrivate le scuse ma un video in cui il direttore accusa ancor di più il presidente cinese, diviso per ben cinque punti, tra cui il controllo eccessivo sui cittadini e sull’informazione da parte della Cina.
Italia, dubbi sollevati dal virologo Crisanti su Cina e OMS
Il Veneto, che ha da subito testato anche gli asintomatici, è riuscito a gestire meglio di qualunque altra regione italiana la situazione coronavirus.
Grazie anche al virologo dell’Università di Padova, Andrea Crisanti, che ha optato per una strada diversa, capendo sin da subito che gli asintomatici “sono una fonte importante di contagio”.
Lo stesso Crisanti, in un’intervista a Petrolio (Rai) del 21 marzo 2020, ha dichiarato che “le prime direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità erano profondamente sbagliate e sono responsabili della situazione in cui siamo”.
Il virologo si dice inoltre “stupito e stupefatto che i cinesi non si siano resi conto dell’enormità della percentuale di asintomatici”.
E che “prima o poi verrà chiesto ai cinesi perché non se ne sono accorti o perché non l’hanno detto al mondo”.
I dubbi dei vari Paesi sono leciti, ma..
I dubbi dei vari Paesi sono chiaramente leciti perché è ormai noto a tutti che la gestione iniziale dell’epidemia è stata poco chiara e le informazioni che arrivavano dalla Cina e dall’OMS sono state più volte riviste, anche all’estremo.
Per ripercorrere tutte le tappe di quel che è successo e capire che questa non è un’opinione ma sono i fatti, vi rimandiamo alla pagina cronologica della situazione coronavirus sul nostro articolo dedicato.
L’OMS ha inizialmente suggerito di fare test solo sui sintomatici, seguendo le direttive arrivate dalla Cina, nel frattempo il virus si è spostato grazie anche a coloro che non venivano testati: gli asintomatici.
Lo stesso si può dire su quanto suggerito attualmente dall’OMS, che continua a sconsigliare l’uso delle mascherine da parte della popolazione, contrariamente da quanto stanno invece facendo i singoli Stati, che a questo punto si affidano agli esperti nazionali.
Tuttavia i dubbi sul fatto che la Cina abbia di proposito fatto uscire il virus dai laboratori di Wuhan, o che sia uscito per errore, si basano su speculazioni fatte da vari giornali e politici ma che alla data attuale non hanno alcun fondamento scientifico.
Trump ordina indagini su operato Cina e OMS
La Casa Bianca ha ordinato in data 29 aprile 2020 le indagini su Cina e OMS alle agenzie di intelligence.
In particolare si cercano prove “per stabilire se la Cina e l’Oms abbiano nascosto ciò che sapevano all’inizio della pandemia di coronavirus”.
Casa Bianca discute ritorsione a Cina
La Casa Bianca esplora proposte per punire o chiedere indennizzi finanziari alla Cina per la sua gestione della pandemia di coronavirus.
Trump e alcuni suoi consiglieri avrebbero discusso di togliere alla Cina la sua “immunità sovrana” per consentire al governo USA o alle vittime di citare Pechino per danni.
Altri dirigenti hanno ipotizzato di cancellare parte dei debiti obbligazionari con la Cina.
Intelligence: Cina mentì
L’Ansa in data 3 maggio riporta una notizia riguardante un rapporto stilato dall’alleanza d’intelligence Five Eyes fra Paesi occidentali anglosassoni (Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia, Nuova Zelanda).
Secondo il rapporto la Cina avrebbe “deliberatamente nascosto o distrutto prove dell’epidemia di coronavirus” nella prima fase dell’epidemia.
Si tratterebbe di “un attacco alla trasparenza internazionale costata decine di migliaia di vite umane” e che ha messo in pericolo altri Paesi.
Il Daily Telegraph dice di essere in possesso del documento, che tra le altre cose cita gli “ostacoli che Pechino avrebbe posto, prima di invertire completamente la rotta il 20 gennaio”:
- nascosto o distrutto prove
- negato inizialmente la trasmissibilità da uomo a uomo
- messo a tacere o addirittura “fatto sparire” medici che volevano avvertire del reale pericolo
- negato campioni del virus agli scienziati stranieri che ne facevano richiesta
- bloccato l’accesso delle organizzazioni internazionali alla provincia-epicentro di Wuhan
Virus uscito dal laboratorio a Wuhan: sì, no, forse?
Il 30 aprile gli 007 USA chiariscono che “il virus non è stato prodotto dall’uomo o geneticamente modificato”.
Il 1 maggio il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha detto di avere un “alto livello di fiducia nell’ipotesi che l’origine del coronavirus sia legata ad un laboratorio di Wuhan”, senza fornire ulteriori spiegazioni.
Il 3 maggio il segretario di Stato americano Mike Pompeo in un’intervista alla Abc dichiara che “ci sono numerose prove sul fatto che il coronavirus arrivi dal laboratorio di virologia di Wuhan”.
Fonti: ABC – Rai News (1 – 2) – Repubblica – ANSA (1–2) – TPI – Petrolio Rai
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