Questo preciso momento storico rimarrà sicuramente nei libri di storia visto che stiamo assistendo ad un evento, fortunatamente, più unico che raro. Gli incendi nel mondo stanno colpendo l’Amazzonia, la Siberia, la Groenlandia e le Isole Canarie.
L’incendio che ha fatto più parlare di sé è sicuramente quello avvenuto in Luglio in Siberia. Sta invece facendo il giro del mondo proprio in queste ore l’incendio in corso in Amazzonia.
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Incendi in Siberia e nell’Artico
Le regioni di Irkutsk e di Krasnojarsk, le province della Repubblica di Buriazia e cinque provincie della Jacuzia sono i territori più colpiti, tanto da dover annunciare lo stato di emergenza.
2,9 milioni di ettari e più di 800 centri abitati invasi dal fumo. 2,8 mila persone, 390 mezzi e 28 velivoli impiegati per arginare la situazione.
Le cause, secondo il ministero delle emergenze russo, sarebbero da ricercarsi in un inusuale clima secco assieme all’inadeguatezza delle misure intraprese per spegnere e arginare i primi focolai.1
4,3 milioni di ettari sono andati distrutti, tutti nella Taiga (foresta boreale) e contando i soli incendi di questa estate, nella sola Siberia.
Incendi in Amazzonia
In Amazzonia la situazione è sempre più fuori controllo ma in questo caso la natura non centra nulla. Le cause sembrerebbero essere ridotte ad una sola: l’uomo.
Il motivo? La deforestazione. L’umidità in queste regioni equatoriali rende infatti quasi impossibile lo sviluppo di roghi spontanei. Così allevatori e coltivatori sfruttano la stagione secca dando fuoco agli alberi per poter far spazio a pascoli e appezzamenti agricoli.3
In poche parole bruciando la legna si utilizzano dopo le ceneri per fertilizzare il suolo. Peccato che in questa stagione sia vietata questa pratica, proprio per l’alto rischio di incendi.
Nel 2019 in tutto il Brasile ci sono stati 76.720 incendi, vale a dire l’84% in più rispetto allo scorso anno, nonché il massimo dal 2013.3
Oltre la metà di questi nella foresta pluviale. Nonostante siano in aumento rispetto alle passate stagioni, non si tratta comunque di record.
Bolsonaro, attuale presidente del Brasile, non può certo ritenersi non responsabile di tutto ciò. Incoraggiando lo sfruttamento industriale e minerario della foresta amazzonica ha infatti incoraggiato le pratiche di deforestazione.
Incendi in Groenlandia
La situazione in Groenlandia ha dell’incredibile. “Per la prima volta in assoluto, incendi a 150 km dal circolo polare artico”.7
La causa però, anche in questo caso, sembrerebbe essere l’uomo. Un escursionista in particolare.
Fatto sta che 1.250 ettari, a soli 50 km dal fronte di un ghiacciaio, sono andati letteralmente in fumo.
Incendi nelle Isole Canarie
L’isola di Gran Canaria non sta passando delle ore felici. Sono oltre 9 mila le persone evacuate a causa di un incendio che ha distrutto 6 Milla ettari di territorio.
Il fronte principale dell’incendio è all’interno di un’area dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco, nel parco naturale di Tamadaba.
Incendi in Australia
Nel giugno 2019 in Australia sono scoppiati alcuni incendi che si sono poi amplificati nei mesi autunnali.
Hanno bruciato circa 16800000 ettari, distrutto oltre 5.900 edifici e ucciso almeno 33 persone. Il dato più importante è quello che riguarda il mondo animale: oltre 1 miliardo di animali sono morti per questi incendi.
Gli incendi, di tipo doloso, hanno portato all’arresto di 183 persone responsabili di oltre 200 reati connessi agli incendi boschivi, tra cui 40 minorenni.
La fine dell’emergenza, ossia quando si sono registrati zero incendi attivi, è avvenuta il 2 marzo 2020.
Conseguenze degli incendi nel mondo
Gli incendi in Russia, Alaska, Groenlandia e Canada hanno rilasciato 50 milioni di tonnellate di CO2 in giugno e 79 milioni di tonnellate in luglio.2
Carly Phillips della UCS (Union of Concerned Scientists) ha dichiarato che le emissioni di CO2 da questi incendi potrebbe esasperare il riscaldamento globale per i decenni a venire.2
“Gli ecosistemi dell’Alaska contengono grandi quantità di CO2 nel permafrost, accumulati in millenni. Questi incendi destabilizzano queste “scorte” di CO2 accelerando lo scioglimento del permafrost, rilasciando questi gas nell’atmosfera” ha dichiarato la Phillips.
Dunque il riscaldamento globale è sia una causa (territori più caldi e più secchi, quindi incendi facilitati dal clima) sia una conseguenza (gli incendi aumentano la temperatura terrestre rilasciando CO2 e rendendo aridi i territori).
E’ record di incendi nel mondo?
Ne parlano tutti, quindi ci si aspetterebbe che il numero di incendi sia a livelli record nel mondo, o quasi.
Tuttavia, sebbene sia difficile tracciare questi fenomeni, anche con l’utilizzo del satellite, una ricerca della Nasa mette in evidenza la reale situazione.
Oltre 2 milioni e 910 mila “allerte incendio” nel 2019. Quasi 100 mila in meno nel 2018 (prendendo ovviamente come riferimento lo stesso periodo); circa 200 mila in meno nel 2017.4 Dato che non tiene in considerazione gli enormi incendi australiani di fine anno 2019.
Dunque il trend in crescita è presente, almeno guardando gli ultimi anni. Se però si va ancora indietro nel tempo, si può vedere che nel 2015 e nel 2016 le allerte sono state circa 3 milioni.
Attenzione però a sottovalutare questo aspetto. Perché quel che preoccupa di più non sono il numero di incendi a livello mondiale, bensì quelli presenti in alcune aree del globo, per altro molto importanti e sensibili.
Ne è l’esempio il Circolo polare artico che ha mostrato un incremento non da poco, restando in questo 2019 perennemente sopra la media 2003-2018.5
Lo stesso vale per l’Amazzonia (in Brasile), che ha registrato un incremento dell’84% rispetto allo scorso anno per quanto riguarda il numero di incendi e un +40% di superficie andata a fuoco in agosto.6
Da sottolineare, però, che “solo” il 60% della foresta amazzonica è in Brasile.
Nessun record mondiale, ma una preoccupante escalation in alcune aree importanti e sensibili del mondo
Fonti: 1Sputnik – 2TheGuardian – 3Focus – 4NASA – 5Mark Parrington – 6ScienceAlert – 7Giuseppe Onufrio
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