Huawei Ban USA: Google, Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono accordi. Apple rischia grosso in Cina | Cosa sta succedendo #REPORT

Huawei Ban

La situazione è più grave del previsto e a risentirne non è solo la Cina, bensì tutto il mondo. Quando parliamo di Huawei Ban USA non ci riferiamo solo ad un blocco imposto dagli USA (da Trump in primis) verso l’azienda cinese, ma anche di un blocco verso tutte quelle aziende secondarie che lavorano e collaborano con Huawei.

Tra queste ce ne sono molte anche in Europa e in Italia, quindi è facile capire come una mossa del genere possa avere effetti collaterali in tutto il mondo più che sulla sola Cina.

Ma partiamo dall’inizio, ossia da cosa è successo negli ultimi mesi e soprattutto questa mattina, una giornata nera per il commercio mondiale.

P.S. Questo articolo sarà particolarmente lungo da leggere. Puoi sempre salvarlo sui preferiti e tornare quando hai più tempo (anche perché potrebbe essere aggiornato in futuro) ed usare il menu qui sotto che aiuta sicuramente la navigazione tra i vari paragrafi :)

  1. La verità sul blocco Huawei: il ban USA arriva per accordi con Iran
  2. Aggiornamenti 22/5/19
  3. Aggiornamenti 21/5/19
  4. Huawei Ban USA: cosa sta succedendo | Il punto della situazione
  5. Google sospende le licenze Android a Huawei
  6. Cosa significa tutto questo?
  7. Cosa succede a chi possiede uno smartphone Huawei in Italia?
  8. Anche Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono gli accordi
  9. Microsoft non ha ancora preso una posizione a riguardo
  10. Le aziende europee smentiscono la sospensione dei rapporti con Huawei
  11. La Cina minaccia azioni legali
  12. Apple subisce indirettamente e rischia per il futuro
  13. In Italia il Codacons minaccia una class action
  14. Il CEO di Eolo Italia ci va giù duro: in Huawei copiano e non c’è spazio per loro
  15. Cosa succederà a Huawei? Attualmente è la seconda in campo smartphone, davanti ad Apple!
  16. Huawei Ban USA: le reazioni della Borsa
  17. Fonti articolo
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Aggiornamenti 22/5/19

Anche gli smartphone Honor (brand secondario di Huawei) colpiti? Honor 20 Pro sparisce dal sito italiano!

Mentre Honor 20 era già stato certificato da Google prima del ban, Honor 20 Pro non ha ancora la certificazione e ormai sembra che non arriverà più. Lo smartphone presentato da due giorni non arriverà in Italia ed è stata eliminata anche la pagina ufficiale sul sito internet italiano dell’azienda Honor. 23

Vi ricordiamo che Honor è un brand di Huawei che produce smartphone e gadget elettronici ad un prezzo inferiore rispetto a quelli venduti direttamente dalla casa madre.

Huawei OS al posto di Android in futuro?

Huawei potrebbe avere in serbo un piano B nel caso gli Stati Uniti non tornassero indietro sui loro passi. Questo potrebbe essere una specie di sistema operativo, chiamato Huawei OS e basato su Android con uno store a parte (che tra l’altro già esiste) e aiutato da Aptoide (sito da cui è possibile scaricare app già oggi).

Huawei OS potrebbe anche, nei casi più estremi, essere un sistema operativo totalmente nuovo e a sé stante, ma riteniamo questa opzione davvero remota.

Cattive notizie anche degli operatori di Regno Unito, Taiwan e Giappone

Nel Regno Unito EE (BT) e Vodafone UK ha sospeso i preordini per la variante 5G di Mate 20 X. 24

Comunicato stampa di EE (BT):

[su_quote]Fino a quando non riceveremo le informazioni e la certezza che ci daranno la sicurezza a lungo termine che i nostri clienti, quando compreranno questi dispositivi, saranno supportati per tutto il tempo che avranno il dispositivo con noi… abbiamo messo questi dispositivi in pausa.[/su_quote]

Anche gli operatori taiwanesi (Chunghwa Telecom, Taiwan Mobile e FarEasTone) hanno deciso che non venderanno alcun futuro prodotto dell’azienda e quelli attuali solo a fine scorte. 16

NTT Docomo, operatore più grande del Giappone, ha inoltre bloccato i preordini del nuovo Huawei P30 Pro. 15

TSMC dubbiosa sul futuro dei processori Huawei Kirin

TSMC non interromperà la fornitura dei Kirin 980 e il rilascio di aggiornamenti di sicurezza del SoC nel corso della seconda metà del 2019.

Tuttavia non può fare certezza per quanto riguarda il futuro dei Kirin, ossia i processori di Huawei montati attualmente sugli smartphone dell’azienda. 17

ARM valuta di interrompere i rapporti

Secondo la BBC, ARM starebbe istruendo i propri dipendenti riguardo l’interruzione dei rapporti con Huawei. 18

Ricordiamo che ARM muove tutti i processori della linea Kirin, montati su tutti gli smartphone Huawei. La gravità di questa notizia è enorme.

Inoltre ARM è una società britannica controllata dai giapponesi e non una società americana. E’ quindi ufficiale che questo ban dettato dagli USA influenzi un po’ tutto il mondo.

Comunicato stampa Huawei rilasciato a TheVerge: 19

[su_quote]Apprezziamo le nostre strette relazioni con i nostri partner, ma riconosciamo la pressione che stanno subendo alcuni di questi come risultato di decisioni di stampo politico. Siamo fiduciosi che questa deplorevole situazione possa essere risolta e la nostra priorità resta continuare a fornire le migliori tecnologie e prodotti ai nostri clienti in tutto il mondo.[/su_quote]

In Europa il 5G verrà fatto da altre aziende (Nokia ed Ericsson al primo posto probabile)

Secondo quanto riportato da Bloomberg, l’Europa non imporrà alcun divieto specifico all’azienda, ma sceglierà di estromettere Huawei dal futuro mercato per le reti 5G. 20

Nuova dichiarazione di Google relativa al ban Huawei

[su_quote]Continuare a mantenere aggiornati e sicuri gli smartphone è nell’interesse di tutti e questa autorizzazione temporanea ci permette di continuare a fornire ai modelli esistenti aggiornamenti software e patch di sicurezza per i prossimi 90 giorni.[/su_quote]

Con questa nuova dichiarazione Google chiarisce alcuni aspetti ma forse peggiora anche le cose. Vengono infatti citati i prossimi 90 giorni di supporto per gli smartphone già esistenti, ma poi? Cosa accadrà ai clienti Huawei? 21

Problemi anche per i computer Huawei

C’è poi il problema computer. Microsoft ha infatti rimosso Huawei Matebook X dal suo negozio online (Microsoft Store USA). 22

Aggiornamenti 21/5/19

Sospensione ban per 90 giorni

ll Dipartimento del Commercio USA ha concesso una licenza temporanea di 90 giorni per permettere a Huawei di acquistare beni americani. Questo per permettere all’azienda cinese di mantenere le proprie reti e proseguire gli aggiornamenti e il supporto per gli smartphone. 13

Ren Zhengfei (fondatore Huawei): gli USA stanno sottovalutando Huawei

Secondo Zhengfei il ban per Huawei non è così significativo perché l’azienda si era preparata a questa situazione in anticipo (vedasi le scorte pronte per i prossimi mesi). 14

Inoltre l’azienda cinese sarebbe decisamente più avanti dei concorrenti in ambito reti 5G, di almeno 2 o 3 anni.

Zhengfei infine, in questa critica rivolta direttamente alla presidenza Trump, ringrazia le aziende statunitensi per aver cercato di allentare le tensioni:

[su_quote cite=”Ren Zhengfei, fondatore Huawei”]In un momento così critico, sono grato alle aziende statunitensi, perché hanno contribuito molto allo sviluppo di Huawei e hanno dimostrato la loro coscienziosità. Per quanto ne so, le aziende statunitensi si sono impegnate per convincere il Governo degli Stati Uniti a consentire loro di collaborare con Huawei. Abbiamo sempre bisogno di chip sviluppati negli Stati Uniti e non possiamo escludere i prodotti americani con una visione ristretta.[/su_quote]

Google elimina Huawei Mate 20 Pro dalla beta di Android Q

Google ha eliminato l’unico Huawei presente nella lista degli smartphone pronti a ricevere la beta di Android Q.

Non si hanno ancora maggiori dettagli a riguardo.

Huawei Ban USA: cosa sta succedendo | Il punto della situazione

Tutto è cominciato nel dicembre 2018 quando si parlava di dare pieni poteri a Trump da parte dell’International Emergency Economic Powers Act “per motivi di emergenza nazionale”. Il Presidente degli Stati Uniti voleva estromettere dal mercato americano i tuoi big del settore tlc cinese: ZTE e Huawei. 1

Trump si diceva “pronto a vietare l’acquisto di apparecchiature di rete cinesi” anche durante il mese di febbraio 2019. 1

Dopo qualche mese di relativa pausa, sembrava che i due capi di Stato (Trump e Xi Jinping) potessero raggiungere un accordo di massima.

In realtà Trump ha deciso lo scorso 14 maggio di firmare un ordine esecutivo per attivare il tanto “atteso” Huawei Ban. 2 Il ban non è relativo ad un’azienda specifica né ad uno Stato, ma è palese che si riferisca alla Cina e in particolare a ZTE e Huawei, senza contare il divieto imposto a China Mobile di entrare nel mercato statunitense (gli altri operatori cinesi a ruota). 3

Il 15 maggio esce la notizia ufficiale: Donald Trump ha firmato il documento che vieta in via ufficiale a Huawei sia di vendere le proprie infrastrutture che di acquistare tecnologia statunitense (se non con previa autorizzazione). Huawei e altre 70 società affiliate entrano in una sorta di “grey list”; senza autorizzazione specifica non potranno far niente in territorio americano. 4

Un colpo durissimo per Huawei, che è la seconda azienda cinese che potrebbe subire un duro colpo dall’amministrazione di Trump dopo ZTE (altro colosso asiatico delle tlc), che aveva dovuto addirittura interrompere le attività dopo l’embargo USA (poi annullato). 5

Sempre nel corso dello stesso giorno, Huawei ha deciso di emettere due comunicati stampa ufficiali:

[su_quote]Huawei è leader globale nello sviluppo e implementazione della tecnologia 5G. Siamo disponibili e pronti a collaborare con il governo degli Stati Uniti per identificare misure efficaci al fine di garantire la sicurezza dei prodotti. Limitare la possibilità per Huawei di operare negli Stati Uniti non renderà il Paese più sicuro né più forte. Al contrario, questa decisione costringerà gli Stati Uniti a usare prodotti di qualità inferiore e più costosi, relegando il Paese in una posizione di svantaggio nell’adozione delle reti di ultima generazione e, in ultima analisi, danneggerà gli interessi delle aziende e dei consumatori statunitensi. Inoltre restrizioni ingiustificate violeranno i diritti di Huawei e solleveranno ulteriori questioni legali.[/su_quote]

[su_quote]Huawei si oppone alla decisione presa dal Bureau of Industry and Security (BIS) del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. La decisione presa non è nell’interesse di nessuno. Comporterà un grave danno economico per le aziende americane con cui Huawei collabora, inciderà su decine di migliaia di posti di lavoro americani e interromperà la collaborazione e la fiducia reciproca che esiste attualmente nella catena di approvvigionamento globale. Huawei cercherà immediatamente rimedi e troverà una soluzione a questo problema. Cercheremo anche di intraprendere azioni proattive al fine di mitigare gli impatti che deriveranno da questo caso.[/su_quote]

Oggi, 20 maggio 2019, arrivano le notizie “boom”: Google, Intel, Qualcomm e Broadcom hanno sospeso i rapporti con Huawei.

Huawei Ban: Google sospende le licenze Android a Huawei

La notizia bomba di oggi in ambito smartphone è sicuramente quella “sganciata” dall’agenzia stampa Reuters. Google avrebbe infatti deciso di togliere le licenze software ed hardware a Huawei. 6

Una bomba ad orologeria visto che, secondo l’agenzia, Huawei Technologies Co Ltd perderà immediatamente l’accesso agli aggiornamenti del sistema operativo Android e le prossime versioni dei suoi smartphone commercializzate al di fuori della Cina; perderanno anche l’accesso ad applicazioni e servizi tra cui il Google Play Store e Gmail.

Huawei Ban USA. Cosa significa tutto questo?

Questo significa che Android base (AOSP in gergo, ossia la versione senza servizi Google e open source, offerta a chiunque nel mondo) sarà ovviamente sempre disponibile.

Il mercato cinese, che anche attualmente prevede in massa l’utilizzo di applicazioni locali visto che le app Google lì praticamente non esistono, così come i nostri social network (ve ne ho parlato qui durante il mio viaggio in Cina), non dovrebbe subire alcuna ripercussione.

Cosa succede a chi possiede uno smartphone Huawei in Italia?

Google tramite un Tweet ha detto tutto e nulla:

In parole povere Google, tramite l’account ufficiale di Android su Twitter, ha assicurato che sta semplicemente rispettando i requisiti imposti dal governo statunitense e che i servizi come Google Play e quelli relativi alla sicurezza tramite Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi esistenti di Huawei.

Vi ricordiamo che le applicazioni di Google sono, ad esempio, GMail, YouTube, Google Maps, Google Photo, ecc.

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Le possibilità sono quindi due:

  • Questo significa che se avete comprato uno smartphone Huawei prima del 20 maggio 2019 non avrete problemi ad utilizzare i servizi di Google MA ancora non si sa nulla riguardo gli aggiornamenti e le patch di sicurezza, che potrebbero venire sospesi.
  • Se invece comprerete uno smartphone Huawei dopo il 21 maggio 2019 le cose sono nettamente diverse visto che probabilmente non solo non avrete aggiornamenti o patch ma non avrete nemmeno la possibilità di utilizzare le app di Google.

Di seguito le dichiarazioni ufficiali di Huawei sull’argomento:

[su_quote]Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, ovvero quelli già venduti o ancora disponibili in tutto il mondo. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza d’uso a tutti gli utenti a livello globale.[/su_quote]

[su_quote]Huawei ha apportato un contributo sostanziale allo sviluppo e alla crescita di Android in tutto il mondo. Essendo uno dei principali partner a livello globale di Android, abbiamo lavorato assiduamente sulla loro piattaforma open source per sviluppare un ecosistema di cui hanno beneficiato sia gli utenti che l’intero settore. Huawei continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi post-vendita a tutti gli smartphone e tablet Huawei e Honor esistenti, ovvero quelli già venduti o ancora disponibili in tutto il mondo. Continueremo a costruire un ecosistema software sicuro e sostenibile, al fine di fornire la migliore esperienza d’uso a tutti gli utenti a livello globale.[/su_quote]

Non è mancata la risposta ufficiale del governo cinese:

[su_quote](ANSA) – PECHINO, 20 MAG – La Cina “sostiene” le sue società nel ricorso “ad armi legali a difesa dei loro diritti legittimi”: così il portavoce del ministero degli Esteri, Lu Kang, in merito alla sospensione delle fornitura a Huawei degli aggiornamenti di Android da parte di Google. La mossa è l’effetto dell’inserimento del colosso delle tlc di Shenzhen nella lista nera del commercio Usa per motivi di sicurezza nazionale, ultimo capitolo dello scontro commerciale tra Usa e Cina. (ANSA).[/su_quote]

Huawei Ban: anche Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono gli accordi

Non solo Google ma anche Intel, Qualcomm e Broadcom sospendono i contratti di fornitura nei confronti di Huawei. La sospensione, secondo Bloomberg, avrebbe effetto immediato. 7

Cosa significa in termini pratici?

Molto, moltissimo. Intel per esempio fornisce a Huawei i chip per i server oltre ai processori per i PC. Huawei ha specificato di aver accumulato scorte sufficienti per i prossimi tre mesi 7 (12 mesi nel caso dei componenti cruciali 12).

Qualcomm e Broadcom hanno un ruolo più marginale visto che Huawei produce in casa i processori per il mercato mobile (i Kirin).

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Microsoft non ha ancora preso una posizione a riguardo

Se quasi tutte le aziende “big tech” statunitensi hanno deciso di sospendere ogni rapporto con Huawei, Microsoft non ha ancora detto nulla a riguardo.

Va detto che anche l’azienda proprietaria di Windows ha un ruolo importante nei rapporti con la Cina, visto che Huawei nei suoi PC monta proprio il sistema operativo Windows 10.

Le aziende europee smentiscono la sospensione dei rapporti con Huawei

Infineon e AMS, due colossi europei del settore tecnologico (microchip) hanno smentito le notizie che questa mattina riportavano la fine dei rapporti con Huawei.

[su_quote]Ad oggi, la grande maggioranza di prodotti che Infineon spedisce a Huawei non è soggetta alle restrizioni di legge sulle esportazioni degli Stati Uniti, e per questo motivo queste spedizioni proseguiranno.[/su_quote]

Sembrava essere una notizia pesantissima visto che avrebbe dimostrato un’Europa che segue pari pari gli Stati Uniti. 8

Nessuna smentita, per ora, dall’italo-francese STMicroelectronics.

La Cina minaccia azioni legali

Il governo cinese, ovviamente, non rimarrà a guardare. Le conseguenze di questa decisione degli Stati Uniti saranno enormi, anzi a dire il vero lo sono già da ora, con i mercati che non hanno di certo atteso per mostrare le proprie incertezze sul futuro delle aziende che hanno (o avevano) rapporti con Huawei.

Il ministero per gli affari esteri di Pechino ha sottolineato come il governo supporterà la propria azienda con ferma decisione, ricorrendo eventualmente anche al tribunale. 9

Apple subisce indirettamente e rischia per il futuro

Apple non ha alcun rapporto con Huawei, almeno non di così importante da essere di pubblico dominio. Non dovrebbe quindi subire conseguenze, eppure il titolo in borsa ne ha risentito quest’oggi.

Secondo José Luis Cárpatos, CEO di Serenity Markets, “la Cina potrebbe reagire contro le aziende che accettano di non fare affari con Huawei” aggiungendo che “le aziende sono in mezzo ad un fuoco incrociato, con gli Stati Uniti che possono imporre sanzioni e la Cina le proprie rispondendo così agli Stati Uniti. In breve, l’Europa resta in difficoltà perché sono presenti diverse aziende fornitrici”.

Inoltre ha aggiunto che “non è tutto, dato che ci sono notizie che la Cina sta pensando di aumentare temporaneamente le tariffe sui prodotti Apple”. 10

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Tim Cook, CEO di Apple

In Italia il Codacons minaccia una class action

L’Italia non rimane a guardare dopo l’intervento di Google che ha deciso di sospendere i rapporti con Huawei portando a gravi problemi in termini di supporto ufficiale per gli smartphone della casa cinese.

Secondo il Codacons la decisione di Google è un pericolo per i consumatori e non esclude azioni legali nei confronti di Google: 11

[su_quote]La decisione di Google di ritirare la licenza d’uso del sistema operativo Android sui prodotti Huawei, che perderebbero così anche l’accesso al Google Play Store e a tutte le applicazioni della stessa Google, rischia di danneggiare gravemente i consumatori. La sospensione della licenza fornita da Google, infatti, potrebbe provocare un terremoto sui telefonini: dalla mancanza di alcuni servizi Google all’impossibilità di eseguire aggiornamenti di sicurezza sugli smartphone, fino alla limitazione delle funzionalità degli apparecchi. Effetti che danneggerebbero in modo evidente quanti hanno acquistato un cellulare Huawei convinti di poter utilizzare Android e tutti gli altri servizi forniti da Google. Le ripercussioni sarebbero pesanti in Italia in particolare, dato che è il primo Paese in Europa per numero di smartphone e tablet Huawei venduti, rischia di subire le conseguenze più pesanti. Anche il Codacons si prepara a scendere in campo a tutela degli utenti italiani possessori di telefonini Huawei, e non esclude una possibile class action per far ottenere a tutti coloro che subiranno una eventuale limitazione delle funzionalità degli smartphone il rimborso loro dovuto in base al Codice del Consumo.[/su_quote]

Il CEO di Eolo Italia ci va giù duro: in Huawei copiano e non c’è spazio per loro

Seppur questa sparata di Luca Spada su Facebook, CEO di Eolo, sembri più una provocazione per far parlare di sé e della propria azienda, va comunque citata visti i toni utilizzati (abbastanza pesanti, per non dire altro, nei confronti non solo di Huawei ma di tutte le aziende cinesi in generale):

Cosa succederà a Huawei? Attualmente è la seconda in campo smartphone, davanti ad Apple!

Quest’anno Huawei ha superato di slancio Apple per quanto riguarda le spedizioni di smartphone nel mondo. Una crescita impressionante anno su anno come si può ben vedere dall’immagine postata qui sotto.

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Huawei è anche prima in Cina con il 34%, un mercato con un valore pari a 30 miliardi di dollari a trimestre.

Huawei è a tutti gli effetti un colosso secondo solo, al momento, a Samsung. Un impero enorme che, siamo sicuri, la Cina non permetterà di essere distrutto per motivi politici.

Non si tratta solo di Cina ma, come abbiamo visto, di tutto il mondo. Fornitori sparsi non solo negli stessi Stati Uniti ma anche in Europa e nella nostra Italia.

Staremo a vedere come evolverà la situazione. Ad oggi possiamo solo dirvi che è ben più grave di quanto appare.

Huawei Ban USA: le reazioni della Borsa

Google è arrivata a cedere il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-2,5%[/su_highlight], Apple il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-3,5%[/su_highlight], Microsoft l’ [su_highlight background=”#fd5c5d”]-1,5%[/su_highlight]. Intel perde il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-3%[/su_highlight].

Le perdite più importante le stanno subendo Qualcomm ([su_highlight background=”#fd5c5d”]-6%[/su_highlight]), Broadcom ([su_highlight background=”#fd5c5d”]-7%[/su_highlight]), STMicroelectronics che a Milano perde il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-10%[/su_highlight], Infineon a Francoforte il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-5%[/su_highlight] e infine AMS il [su_highlight background=”#fd5c5d”]-15%[/su_highlight].

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Fonti articolo

1Politico2Reuters3Bloomberg4Reuters5ZTE6Reuters7Bloomberg8Nikkei Asian Review9Daily Mail10Investing11Codacons12Nikkei Asian Review13US Department of Commerce14GlobalTimes15BusinessTech16TotalTaipei17GizChina18BBC19TheVerge20Bloomberg21AndroidPolice22WindowsCentral23HDBlog24Reuters

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