Il 28 giugno (si ok, ormai è passato un po’ di tempo) FatDog Games (Exorder) e WarSaw Games hanno fatto un gradito regalo a tutti gli amanti del genere platform, delle ambientazioni burtoniane e delle storie cupe e tetre: stiamo parlando di Dream Alone. Già disponibile per PC e Switch, disponibile entro la fine dell’anno gli amanti di Xbox One e Play Station 4.
Dream Alone prende ispirazione da diverse fiabe e ci racconta la storia di un ragazzino che deve salvare la sua famiglia e la gente del suo villaggio. Una strana malattia sta facendo inspiegabilmente cadere in coma tutti i suoi abitanti, così Irra, il nostro protagonista, decide di mettersi in viaggio per cercare Lady Death, una strega che sembra possa spezzare questa sorta di maledizione.
Se vi piacciono i giochi difficili, ma davvero difficili, allora questo fa al caso vostro. Il gameplay può ricordare molto vagamente quello di Limbo, quindi nemici da evitare, oggetti da spostare e semplici puzzle da risolvere, ma Dream Alone richiede anche estrema precisione dei salti, tempismo perfetto e coordinazione impeccabile. Capirete ben presto che questo platform è fondamentalmente un trial & error, in cui spesso e volentieri per capire come andare avanti sarà “necessario” morire, tanto che vi hanno dedicato pure un achievement (sbloccabile al raggiungimento dei 200 decessi). Per superare i vari livelli, per la precisione 21, bisognerà utilizzare alcuni poteri particolari che verranno sbloccati lungo l’avventura. Vi accenno solamente il primo: grazie a delle pozioni raccoglibili lungo il livello sarà possibile entrare in una sorta di mondo infernale parallelo, con mostri diversi e piattaforme posizionate in modo tale da farci procedere, ma il tempo è limitato, quindi starà a noi essere particolarmente bravi da capire velocemente cosa fare per andare avanti. In questo frangente troviamo quello che, secondo la mia opinione, è il vero unico problema di questo gioco, ovvero la risposta dei comandi, che in alcuni casi può apparire ritardata o più imprecisa di quanto ci si possa aspettare.
Graficamente ricorda molto Limbo, con scenari caratterizzati dalla quasi totale assenza dei colori e prevalenza dei toni del grigio. Ogni scenario porta la sensazione di disperazione e devastazione, come se tutto potesse peggiorare da un momento all’altro. Ben studiata anche le diverse ambientazioni e i diversi scenari, che spaziano da una tetra foresta, ad un cimitero, ad un campo di battaglia e molti altri. Interessante anche la scelta del contrasto di colori tra il mondo “base” e quello infernale, di un colore rosso, che aumenterà in noi una forte sensazione di inquietudine. Per rafforzare questa sensazione di fatalismo e morte, si aggiunge una sorta di sfarfallio dello schermo (che mi ha ricordato molto alla lontana The Ring – ripeto, molto alla lontana) che aggiunge ulteriore difficoltà al gameplay. Facoltativa è la possibilità di aggiungere l’opzione sangue che alla nostra morte provocherà uno schizzo di sangue sullo schermo, giusto per farci capire che siamo proprio schiattati male (si, molto splatter).
Arriviamo a musiche e suoni. Personalmente ho apprezzato davvero molto la colonna sonora e la variazione di musica ad ogni livello, che ci accompagna durante l’avventura senza mai distrarci e si amalgama bene all’ambientazione. Se siete curiosi di ascoltarle, potrete scaricarle gratuitamente per un periodo limitato cliccando qui.
In conclusione Dream Alone si dimostra un buon platform dalla durata di circa 5-6 ore per tutti coloro che sono amanti del genere, a cui piacciono le ambientazioni dark e che non si fanno scoraggiare dalle difficoltà. Se non siete pratici con questa tipologia di videogiochi, vi consiglio di partire con qualcosa di più semplice, come può esserlo, appunto, Limbo.
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