Coronavirus: test sierologici, tamponi smart e test rapidi

coronavirus test

In attesa di un vaccino o di una cura ritenuta ufficialmente affidabile per il coronavirus, l’unica certezza sono i test, che diventano via via sempre più rapidi e affidabili.

Proprio oggi infatti vi abbiamo parlato di come vi siano in sperimentazione diversi farmaci ma allo stesso tempo l’EMA ha chiarito che nessun farmaco ha ancora dimostrato la sua efficacia nel trattamento del COVID-19.

Pochi minuti fa abbiamo anche pubblicato un articolo riguardante un possibile vaccino in test (su animali) negli USA applicabile tramite cerotto.

Tutto molto interessante, ma tutto ancora sulla carta.

Ciò che invece è realtà in questo momento sono i test. Sempre più smart, sempre più rapidi.

Durante gli scorsi giorni vi abbiamo parlato di:

Una volta che sarà possibile eseguire test su larga scala in tempi rapidi e avere un quadro preciso della realtà, allora sarà possibile riaprire e riaprire in sicurezza

Anthony Fauci, consigliere di sei presidenti americani di fila e suprema autorità medica in fatto di malattie infettive

In assenza di una cura ufficiale per il Coronavirus, i test rappresentano per ora l’unica ancora di salvezza per tutto il mondo, nessuno escluso.

Test sierologici per il coronavirus

Alcune regioni in Italia, in prima fila Veneto ed Emilia-Romagna, stanno puntando sui test sierologici. Basta un prelievo di sangue per “Identificare con assoluta certezza gli individui che sono riusciti a recuperare uno stato di salute normale dopo l’infezione e capire se questo tipo di immunità sia veramente protettiva”.

Sarebbe questo il punto cruciale che permetterebbe anche di rimuovere le restrizioni per tutti coloro che avrebbero ottenuto la tanto auspicata immunità protettiva, permettendo quindi a soggetti giovani e “protetti” di tornare a lavorare.

Non solo visto che “Identificare i pazienti che sono guariti potrebbe aiutarci a curare coloro che sono gravemente malati”.

Ennio Tasciotti, esperto di nanomedicina e di tecnologie biomedicali, spiega che “Gli anticorpi che vengono misurati in questi test sierologici sono infatti gli stessi che sono stati proposti come possibile trattamento per i pazienti con sintomatologia grave”.

“Alcune evidenze cliniche suggeriscono infatti che gli anticorpi in circolo nei pazienti che hanno superato l’infezione una volta purificati dal sangue, e reinfusi potrebbero attivare la risposta immunitaria dei pazienti più gravi”.

Questi test sono in grado di rilevare gli anticorpi prodotti contro le proteine virali.

“Secondo i primi studi, dopo 7-11 giorni iniziano a comparire nel sangue dei pazienti anticorpi IgM, quelli prodotti dal sistema immunitario nella prima fase di risposta al virus”.

Sempre Tasciotti spiega l’importanza di questi test nel tempo. “A partire dalla terza-quarta settimana dall’infezione inizia ad essere presente nel sangue un altro tipo di anticorpo, chiamato IgG. Questi resteranno in circolo più a lungo e segnalano una risposta immunitaria adattativa al virus, e sono per semplicità quelli che ci fanno sperare nella possibilità di mantenere una memoria immunitaria protettiva a lungo termine contro il virus”.

I vantaggi dei test sierologici:

  • sono più sicuri e richiedono minori norme di sicurezza per chi li effettua
  • costano meno (10-20 volte meno del test molecolare sui tamponi naso-faringei)
  • i tempi necessari per avere una risposta sono decisamente inferiori a quelli del tampone (da 2 minuti per il più rapido ai circa 30 minuti complessivi necessari ai più lenti)
  • le ditte produttrici affermano di poter distribuire centinaia di migliaia di kit a settimana, un numero che supera di gran lunga quello dei kit molecolari

Ci sono anche degli svantaggi:

  • i test sierologici rimangono di tipo qualitativo: il risultato non è espresso in valori numerici ma come positività o negatività
  •  l’attendibilità nel caso dell’identificazione dei pazienti positivi si aggira intorno all’85% (fino a 15 pazienti su 100 potrebbero non essere identificati)

Inoltre “a oggi, non è ancora chiaro se le persone guarite, ossia quelle che hanno contratto il virus e che sono guarite dall’infezione, presenteranno un’immunità protettiva e per quanto tempo”.

Il test in 60 minuti della DiaSorin

L’italianissima DiaSorin ha lanciato il LIAISON®️ MDX, ossia “un termociclatore che può processare da 8 a 96 campioni contemporaneamente e che consente di ridurre il tempo di risposta a 60 minuti”.

Menarini: kit per test rapidi in 20 minuti

L’azienda farmaceutica italiana Menarini ha prodotto dei kit per effettuare dei test rapidi di diagnostica molecolare, in grado di effettuare una diagnosi di Sars-Cov-2 in soli 20 minuti.

Il test rapido, marchiato CE, verrà distribuito in Italia e in altri Paesi dall’azienda Menarini.

Dall’Ansa: “I test saranno effettuati attraverso VitaPCR, una tecnologia di reazione basata sulla catena reattiva Polymerase Chain Reaction (PCR)”.

Il test “è caratterizzato dall’essere di minimo ingombro (pari a un dizionario) e alta semplicità di utilizzo, consentendo la diagnosi immediata in contesti come pronto soccorso e tende triage, ma anche aeroporti, porti, stazioni ferroviarie”.

Come funziona il test rapido di Menarini contro il coronavirus:

  1. viene prelevato il campione naso o orofaringeo
  2. il campione viene inserito in un flaconcino contenente un liquido
  3. il flaconcino viene agitato
  4. va versato il suo contenuto in un altro flaconcino contenente il reagente
  5. una volta richiuso, viene inserito all’interno del sistema VitaPCR, avviando il processo di analisi
  6. entro 20 minuti lo strumento rilascia il risultato sul proprio schermo

Fonte: IlSole24OreAnsa

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