Coronavirus, Svezia senza lockdown. OMS: esempio da seguire per fase 2

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In Svezia, nonostante il coronavirus, le scuole sono aperte, tranne per gli studenti sopra i 16 anni. Se togliamo questi ultimi e le università, tutto il resto è ancora aperto.

Certo, qualche misura è stata presa, ma ad un italiano farebbe ridere, come quella che vieta assembramenti oltre le 500 persone.

Il direttore della Sanità pubblica svedese, Johan Carlson, difende fermamente la linea intrapresa dal suo Paese, sostenendo che “non si possono varare misure draconiane che hanno un impatto limitato sull’epidemia ma abbattono le funzioni sociali”.

I mezzi di trasporto sono ancora pieni nelle ore di punta, così come il traffico non è calato granché, visto che uffici e aziende sono tutte aperte, idem le scuole per tutti i ragazzi sotto i 16 anni.

Il Financial Times ha definito quello svedese un “esperimento sanitario unico al mondo“, senza risparmiare alcune critiche.

Aggiornamento 11 aprile. La Svezia è ancora uno dei Paesi con meno restrizioni, dove non c’è attivo il lockdown, oltre ad avere bar e ristoranti aperti. Tuttavia oggi il primo ministro svedese, Stefan Lofven, ha ammesso alla tv svedese SVt: “Mi sembra ovvio che non abbiamo fatto abbastanza” di fronte all’aumento costante dei contagiati e deceduti.

Aggiornamento 25 aprile. Il principale epidemiologo della Svezia, Anders Tegnell, sostiene che le misure restrittive (lockdown) attuate da molti Paesi europei sono difficili da giustificare dal punto di vista scientifico.

Aggiornamento 29 aprile. OMS, Svezia possibile esempio per tutti per la convivenza con il coronavirus

L’OMS sostiene che “in Svezia stanno capendo come convivere con il virus in tempo reale, il loro modello è un strategia forte di controllo e una forte fiducia e collaborazione da parte della comunità. Vedremo se sarà un modello di pieno successo o meno”

Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitarie dell’OMS, ha dichiarato in conferenza stampa a Ginevra che:

“La Svezia ha implementato una forte strategia di sanità pubblica, puntando sulle misure di igiene, di distanziamento, proteggendo le persone nelle residenze assistenziali”.

“E quello che ha differenziato molto l’approccio, è stato il rapporto con la popolazione, che ha avuto una forte volontà di aderire al distanziamento fisico e di auto-regolarsi“.

“In questo senso le politiche pubbliche si sono basate su un’alleanza con la popolazione. In più, il sistema sanitario è sempre rimasto al giusto livello di capacità di risposta all’emergenza“.

“Se dobbiamo arrivare a un nuovo modello di vita di ritorno alla società senza nuovi lockdown, penso che la Svezia possa essere un esempio da seguire“.

Dobbiamo adattarci a relazioni modulate dalla presenza del virus, dobbiamo sapere che c’è, in famiglia, in comunità e questo potrebbe cambiare il modo in cui viviamo“.

La Svezia come UK e USA qualche settimana fa: niente “coronavirus lockdown”

Se ci seguite vi ricorderete la linea estrema del premier inglese Boris Johnson che aveva annunciato “l’immunità di gregge” per i cittadini inglesi.

Anche Donald Trump si era dimostrato molto scettico nei confronti del virus, ritardando molto le misure restrittive, tuttora non a livello di quelle intraprese dai paesi europei e asiatici.

Johan Carlson però non sembra sottovalutare il virus, visto che ha ammesso che il numero medio annuale di morti in Svezia (circa 90mila) “salirebbe in caso significativo in caso di un dilagare dell’epidemia e di sovraccarico delle strutture sanitarie”.

Inoltre le forze armate hanno già allestito ospedali da campo nel caso l’epidemia partisse con forza anche nel Paese svedese.

Gli italiani in auto-quarantena in Svezia vengono derisi

Secondo la testimonianza di una ragazza italiana che vive a Göteborg, contattata da Repubblica, gli italiani che si sono messi in quarantena preventiva sarebbero stati addirittura derisi con frasi del tipo “noi non siamo come voi, non ci accadrà nulla”.

[su_quote cite=”Testimonianza di una ragazza da Göteborg (fonte Repubblica)”]Quindici giorni fa ho ricevuto la notizia che un collega svedese era positivo, allora mi sono messa in quarantena volontaria. Attualmente molti italiani residenti in Svezia hanno deciso di lavorare da casa. Questa nostra decisione viene giudicata eccessiva. Cosa vuol dire non essere come noi? Cosa ha provocato questo razzismo contro di noi? La situazione ci spaventa, siamo terrorizzati pensando a un possibile decollo dell´epidemia, anche considerando il poco numero di terapie intensive a disposizione. Scuole fino ai 16 anni, bar ristoranti e palestre, non siamo preoccupati, siamo semplicemente terrorizzati.[/su_quote]

Senza sfociare nei soliti proclami, come fatto anche da Repubblica che scrive “al limite del razzismo”, direi che anche in Italia, quando vedevamo questa epidemia relegata nella lontana Cina, certe misure le prendevamo con molta leggerezza per non dire altro.

E’ anche vero che la Svezia è decisamente vicina ad altri paesi con numeri alti di contagio, come la Germania.

Personalmente credo che la Svezia ha ancora pochi casi e probabilmente non credono di aver avuto troppi contatti con l’esterno, considerando anche che togliendo le due città principali, la densità di popolazione è molto minore rispetto ad altri paesi.

Quel che è sicuro è che la scelta svedese è una scommessa che se persa potrebbe causare danni incalcolabili, anche perché persino la vicina Finlandia è arrivata ad isolare l’intera regione della capitale Helsinki (Uusimaa) dal resto del territorio nazionale.

Inoltre sono abbastanza sicuro che eventuali inversioni a U (come quella di Boris Johnson) siano sicure al 99% nel caso in cui i contagi e i morti cominciassero a salire anche in Svezia.

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