Il premier Narendra Modi ha tentato l’esercitazione da lockdown per coronavirus più grande al mondo, il “coprifuoco del popolo” in India.
Il giorno 24 marzo 2020 l’India applica il lockdown definitivo e permanente per 21 giorni: 1,3 miliardi di persone chiuse in casa.
Il secondo Paese più popoloso al mondo (1,3 miliardi secondo i dati del 2017) si è “chiuso” per 14 ore.
Ai cittadini indiani è stato chiesto di rispettare il coprifuoco dalle 7 alle 21 del 22 marzo 2020.
I mezzi di trasporto sono sospesi fino al 31 marzo e diversi Stati hanno imposto la chiusura a tutti i servizi non essenziali.
In migliaia si sono accalcati nelle stazioni dei treni, cercando di tornare al più presto ai loro villaggi d’origine.
Il rischio è che il contagio dilaghi dalle “zone rosse” a tutto il Paese, proprio come è avvenuto in Italia per via degli spostamenti delle persone.
L’India ha una rete ferroviaria enorme (la quarta al mondo) con una media di 20 milioni di passeggeri al giorno. Il lockdown era quindi essenziale.
Il premier indiano ha twittato “Le misure che prendiamo ora ci aiuteranno nei tempi a venire. State a casa e state al sicuro”, aggiungendo alla fine l’hashtag #jantacurfew (che significa “coprifuoco del popolo”).
Visto che il lockdown è durato solo dalle 7 alle 21 del 22 marzo, alcuni media internazionali l’hanno definito “una prova” per vedere gli effetti sul Paese e sui cittadini indiani.
Anche in India durante il lockdown si canta dai balconi
Il presidente Modi ha seguito la linea italiana durante il lockdown, invitando la popolazione ad affacciarsi ai propri “balconi, terrazze, finestre alle 17 di questo pomeriggio per esprimere gratitudine a quanti stanno lavorando ventiquattro ore su ventiquattro perché la nazione si liberi dal Covid-19”.
Fonte: Repubblica
Reply