In Cina la situazione Coronavirus sembra rientrare, con l’epicentro della pandemia che si è spostata ora in Europa, Italia in primis.
Cominciano quindi a riaprire i negozi, con tutti gli Apple Store riaperti sul territorio cinese, proprio quando cominciano a chiudere in Italia.
La notizie principale è però la riapertura delle fabbriche, Foxconn in primis, ossia la principale fabbrica cinese per quanto riguarda gran parte dell’elettronica che utilizziamo quotidianamente, smartphone in primis.
Foxconn ha riaperto, tra l’altro, a ritmi sostenuti, tanto che lo stesso fondatore, Terry Gou, ha dichiarato che la ripresa della produzione ha superato le aspettative.
Se però la Cina è riuscita quasi a risolvere e arginare l’epidemia, nel resto del mondo l’OMS ha dichiarato il coronavirus come pandemia. Resto del mondo che significa anche fornitori e soprattutto clienti.
Ecco quindi che a fronte di un’offerta e una domanda che in Cina dovrebbero salire nuovamente, c’è la domanda a livello internazionale che potrebbe calare in modo drastico nel corso di queste settimane.
Per vedere gli effetti reali sull’economia mondiale bisognerà attendere più di qualche mese ovviamente, anche se i primi dati parlano di meno di 500.000 iPhone venduti in meno in Cina.
Le vendite generali in Cina parlano di 6,34 milioni di smartphone venduti durante il febbraio 2020, contro i 14 milioni del febbraio 2019. In termini percentuali si tratta di un -54,7% annuale.
A calare non sono solo gli iPhone: gli smartphone Android infatti hanno scontato un calo di spedizioni pauroso, passando dai 12,72 milioni del 2019 ai 5,85 milioni del 2020.
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