E’ da quando i cellulari si sono diffusi che leggiamo periodicamente di eventuali relazioni fra i tumori al cervello e l’utilizzo dei telefonini. L’ultima notizia risaliva a circa un anno fa. Secondo uno studio effettuato dall’università di Bordeaux, le possibilità di contrarre un cancro al cervello triplicano se si telefona dal cellulare per più di 15 ore al mese. Ovviamente ciò è arginabile utilizzando il vivavoce o degli auricolari, anche se la maggior parte delle persone tiene il telefono attaccato all’orecchio.
Quest’anno invece è la volta dell’università di Sydney. Secondo una ricerca svolta presso il campus australiano, non sembra esserci alcun nesso fra l’utilizzo di telefoni cellulari e i tumori al cervello.
Per questa ricerca sono stati analizzati 34.000 pazienti, di ambo i sessi, per 29 anni (dal 1982 al 2012). Questi dati sono poi stati messi in relazione con le statistiche d’uso dei telefonini (in Australia) tra il 1987 e il 2012.
Confrontando questi dati si è venuti a conoscenza che, nonostante il rapido incremento nell’utilizzo dei telefoni cellulari (da meno del 10% nel 1993 a più del 95% oggi), i casi di cancro al cervello sono rimasti perfettamente stabili (rapportato alla popolazione totale), tranne nei maschi over 30 (dove comunque si è avuto un incremento minimo).
Mi permetto però di aggiungere una mia opinione a conclusione dell’articolo. 34.000 pazienti sono infatti un numero molto risicato e, sebbene in statistica possano sembrare un campione soddisfacente, in questo caso non lo è. Ovviamente sarebbe impossibile prendere un campione maggiore, ma solo in quest’ultimo modo avremo dei dati certi; anche perché le onde emesse dai cellulari, secondo alcune ricerche (vedasi fonte 1 in basso), aumentano di intensità a seconda della modalità d’uso e soprattutto al variare dell’età dei soggetti.
Insomma a mio avviso è un bene che vengano fatte queste ricerche; quello che però vi voglio dire è di non cominciare ad utilizzare il cellulare come se non ci fosse un domani dopo aver letto questo articolo. Mi auguro che il rapporto tra il nostro cervello e i cellulari sia effettivamente come sostenuto dalla ricerca dell’università di Sydney, però dobbiamo aspettare ancora qualche anno per averne la conferma.
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