Sono passate circa due settimane dalla pubblicazione, sempre in questa sezione, di un articolo riguardante una ricerca sulla correlazione tra cellulari e tumori. La ricerca parlava di nessuna correlazione, almeno sui casi esaminati. Mi ero però permesso di commentare la notizia, visto che la ricerca in sé non mi aveva convinto molto.
Oggi però è uscita una nuova notizia in merito, effettuata da una ben più importante organizzazione americana: il National Toxicology Program (in poche parole si tratta del Governo statunitense).
La particolarità sta nel fatto che la ricerca non si è basata sulle persone, bensì sui topi (con cui condividiamo il 95% del DNA). Ne sono serviti ben 2500, esposti a diverse quantità di radiofrequenze in 21 camere progettate ad hoc.
In pratica questi 2500 topi sono stati sottoposti a diverse frequenze radio, molto simili a quelle utilizzate dagli operatori di telefonia cellulare. Lo studio ha rilevato che “all’aumentare dell’esposizione alle onde radio, aumentano le casistiche di due tipi di neoplasie: i gliomi (cervello) e gli schwannomi (tumore benigno originato dalle cellule di Schwann, che si trovano nel sistema nervoso periferico)”.
“Dato l’utilizzo globale diffuso di comunicazioni mobili tra gli utenti di tutte le età, anche un piccolissimo aumento dell’incidenza di malattie derivanti dall’esposizione a radiazioni a radiofrequenza – evidenziano i risultati preliminari del lavoro – potrebbe avere vaste implicazioni per la salute pubblica”.
Lo studio, il più importante mai condotto in questo ambito, è costato al National Toxicology Program ben 25 milioni di dollari. Solo tra un anno avremo a disposizione il report completo con i risultati specifici.
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