Di Bitcoin ve ne abbiamo parlato diverse volte in passato, nel bene e nel male. Le fluttuazioni del prezzo della moneta virtuale sono state moltissime negli ultimi anni, ma negli ultimi mesi però va detto che il suo valore è incrementato a tal punto da raggiungere, nella giornata di ieri, la valutazione dell’oro.
Non solo, ieri 2 marzo l’oro era quotato a 1238,70 dollari l’oncia (circa 28,3 grammi). Per avere un Bitcoin nello stesso istante ci volevano ben 1239 dollari. La moneta digitale quindi ha sorpassato l’oro, la materia prima per eccellenza quando si parla di valutazioni. Va detto che ieri l’oro è sceso del 1,3% contro una risalita del Bitcoin del 3%, una coincidenza senza la quale non si sarebbe potuto verificare il sorpasso.
Tuttavia, come già anticipato ad inizio articolo, la moneta virtuale è estremamente volatile (lo potete notare anche dal grafico sopra), e questo causa non pochi problemi per la sua valutazione reale e soprattutto per essere presa in considerazione come sostituta ufficiale della moneta che tutti noi conosciamo ed utilizziamo ogni giorno.
Si noti infatti come il Bitcoin aveva già raggiunti valori simili a questi giorni nel lontano 2013, anche se un occhio più attento capirebbe che la differenza è sostanziale. Un’impennata come quella del 2013 era chiaramente un aumento determinato dall’entusiasmo e dall’euforia, mentre il trend in crescendo di ora è molto più credibile e naturale. Va detto però che i mercati finanziari ci hanno abituati ad altrettanti tre negativi veloci, vedasi il calo del Bitcoin nel 2015, dove dai quasi 1200 dollari all’uno era arrivato a valerne circa 300.
Il Bitcoin inoltre ha un’altra difficoltà intrinseca. La difficoltà degli scambi e degli investimenti in Bitcoin non è cosa di poco conto, vista la mancata regolamentazione. Tuttavia la SEC (Securities and Exchange Commission) sembrerebbe essersi decisa a creare il primo ETF statunitense dedicato ai Bitcoin. Sapete chi lo andrebbe a gestire? I gemelli Winklevoss. Sì, quelli che avevano avuto l’idea originaria di Facebook, poi “rubata” da Zuckerberg.
Fonte: TC
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