Sono ormai quasi tre anni che utilizzo Apple HomePod Mini nel quotidiano, il 99% del tempo impostato in lingua inglese ma con qualche eccezione (solo per fini di test, lo ammetto) in italiano.
Venduto da ormai due anni anche in Italia, HomePod Mini dovrebbe essere il concorrente diretto di Google Nest Mini e Amazon Echo Dot. In realtà la concorrenza non esiste, sia per il fattore costo, visto che parliamo, considerando lo “street price”, di quasi tre volte il prezzo, sia per quanto riguarda la qualità audio.
Apple ha deciso di offrire in un dispositivo piccolo una qualità audio che non ci si aspetta, oltre ai soliti dettagli di costruzione che ci si aspetterebbe da un dispositivo della mela.
Esteticamente infatti, specie nella colorazione nera, fa il suo effetto: lo schermo soft touch sopra il dispositivo è molto bello e ci aiuta a capire quando questo è in funzione oppure se Siri è in ascolto o meno. La trama in tessuto permette poi di rendere questo oggetto stiloso al punto da poterlo inserire pressoché ovunque, difficile trovare un ambiente dove le sue linee pulite unite alla dimensione stonino in qualche modo.
Ovviamente non è tutto oro ciò che luccica, dato che la trama in tessuto attira molta polvere, sebbene basti una soffiata per ripulirlo.
Peccato anche per il cavo di alimentazione integrato nel dispositivo: vero che è anch’esso molto bello e in tessuto, ma più di qualcuno avrebbe preferito un ingresso USB-C in modo da poterlo sostituire con un qualsiasi cavo, più lungo o più corto.
Qualità audio Apple HomePod Mini
Se l’estetica è personale, la qualità audio in qualche modo è possibile renderla un pelo più oggettiva, magari confrontando altri accessori con cui dovrebbe entrare in concorrenza.
Prendendo come esempio Echo Dot e Nest Mini, ve lo dico subito, il paragone è totalmente a favore di HomePod Mini.
L’audio sul dispositivo Apple è decisamente più pieno, i bassi sono più profondi e anche ad alto volume è difficile sentirlo distorcere. Il volume è decisamente ottimo per coprire una stanza medio/piccola, mentre per una sala di medie dimensioni ci vorrebbero almeno due dispositivi.
In questo caso è infatti possibile accoppiare due HomePod Mini in modo da creare un piccolo impianto stereo, che nel caso in cui possediate un AppleTV potrebbe venirvi in soccorso al posto di una mini soundbar.
Se però invece delle dimensioni scegliamo di paragonare il dispositivo di Apple alla concorrenza in base al prezzo, allora cominciamo a confrontarci con i fratelli maggiori di casa Google e Amazon. In quel caso la differenza è decisamente più sottile da poter definire un vincitore.
Resta però il fatto che HomePod Mini è un dispositivo decisamente piccolo e che sfrutta tutto il potenziale permesso dai piccoli altoparlanti integrati. Più di così, difficile fare.
Per chi vuole più potenza e più qualità, specialmente ai bassi, dovrebbe indirizzarsi su HomePod, che però non è più in commercio. L’alternativa più vicina sarebbe quindi Sonos One.
Resta il fatto che per una stanza di 15/20 m2 un HomePod è decisamente sufficiente per creare quell’effetto di “ambient music”, specialmente se posizionato al centro. Grazie al suono direzionato a 360°, l’audio viene percepito in ugual modo in tutte le direzioni, l’ideale per un “ascolto chill”, senza troppe pretese.
Funzionalità Smart (Home)
Il punto forte di Apple HomePod Mini è sicuramente la parte smart. È essenziale avere in casa un iPhone o comunque un dispositivo Apple, visto che aggiornamenti, riproduzione e gestione del dispositivo avviene tramite l’app Casa di Apple.
HomePod Mini è infatti stato pensato prima di tutto come hub casalingo, ossia il punto nevralgico della smart home, al quale tutti i dispositivi IoT di casa (termostato smart, valvole, prese elettriche, luci, ecc) si connettono.
Grazie ad HomePod Mini è infatti possibile gestire da remoto i dispositivi smart di casa collegati ad HomeKit, inclusi quelli che funzionano via Bluetooth. Inoltre HomePod Mini supporta Thread, una tecnologia che permette di ampliare il campo di ricezione dei dispositivi smart.
Se per esempio la telecamera di sicurezza in giardino è troppo lontana dal router di casa, ma abbastanza vicina ad HomePod Mini, questo farà da “ponte” tra i due dispositivi.
Con più HomePod Mini in casa è possibile creare una rete in tal senso.
Ottima anche la reattività dei dispositivi. Sebbene dipenda molto dal dispositivo stesso, vi posso garantire che accendere una luce o una presa elettrica, così come il termostato, è davvero immediato e senza alcun lag. Chiaramente sono da tenere in considerazione altri fattori come in primis la qualità di rete.
Tramite l’app Casa è inoltre possibile aggiornare HomePod, cambiare l’equalizzazione, attivare o disattivare la funzionalità che permette di avvicinare iPhone ad HomePod per avviare una canzone oppure ancora ridurre i bassi, in modo da non disturbare i vicini di casa.
Grazie ad HomePod Mini è inoltre possibile creare delle automazioni, come ad esempio decidere di accendere o spegnere le luce ad un determinato orario o quando una persona esce o entra in casa.
Sebbene la maggior parte di queste cose possono essere fatte anche con un iPad sempre lasciato a casa o una AppleTV, entrambi i dispositivi sono più costosi e anche meno propensi per questo scopo. HomePod Mini ha infatti dalla sua il fatto di poterlo posizionare nel punto più centrale della casa.
Alcune note dolenti di HomePod Mini
Se per ora vi ho parlato praticamente solo bene di HomePod Mini, purtroppo devo raccontarvi anche qualche nota dolente, non ancora risolta da Apple nonostante gli anni.
La prima riguarda Siri, l’assistente vocale presente su tutti i dispositivi Apple e che non vuole saperne di migliorare con il passare del tempo.
Se Alexa ha dalla sua parte la facilità di interazione e Google Now una quantità infinita di informazioni, Siri vince solo sulla parte di smart home, mentre rende difficoltoso tutto il resto.
Se impostando la lingua inglese abbiamo alcune funzionalità in più, resta comunque difficile ottenere le informazioni che è possibile avere facilmente con gli assistenti vocali di Amazon e Google.
Altra pecca non meno importante è la compatibilità con i servizi audio: l’unico veramente supportato è Apple Music, per tutti gli altri bisogna passare per AirPlay con tutte le conseguenze del caso (gestione solo tramite dispositivo Apple, alcuni lag, ecc).
C’è poi l’aspetto del prezzo: è vero che la qualità del suono è decisamente superiore alla concorrenza, ma anche il costo è triplicato, rendendo un dispositivo del genere meno appetibile.
Chi infatti vuole un impianto audio degno di tale nome, non sceglie di certo un HomePod Mini, così come non lo sceglie chi vuole un assistente vocale.
Ma allora per chi è questo HomePod Mini? È per tutti i clienti Apple che vogliono un sistema perfettamente compatibile con l’”ecosistema”. Per chi vuole un dispositivo che si integra al meglio con Apple Music e tutti coloro che vogliono avere il controllo da remoto dei dispositivi inseriti su Apple HomeKit.
Come sempre Apple vince sulla parte della semplicità d’uso, come il fatto di avvicinare il proprio iPhone ad HomePod per trasferire il brano al volo.
Ecco, per tutti coloro che cercano questo, HomePod Mini è perfetto.
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