Apple e Google assieme per il contact tracing per COVID-19: più privacy

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Apple e Google stanno collaborando per sviluppare una tecnologia di contact tracing per il COVID-19, rendendola efficace e il linea con le leggi per la privacy.

Del contact tracing ve ne abbiamo già parlato quando vi abbiamo raccontato come i paesi asiatici siano riusciti a contenere la diffusione del virus controllandone l’evoluzione anche grazie alla tecnologia e anche quando vi abbiamo raccontato dell’app dalla Germania.

N.B. E’ arrivata la conferma che l’app Immuni utilizzerà le API per il contact tracing, meglio definito ora come “exposure notification”.

Contact tracing. Nella sanità pubblica, il tracciamento dei contatti è il processo di identificazione delle persone che potrebbero essere venute a contatto con una persona infetta e la successiva raccolta di ulteriori informazioni su questi contatti. (Wikipedia)

In particolare, si legge nel blog di Google (link a fondo pagina), Google e Apple starebbero “collaborando per abilitare l’utilizzo del Bluetooth per aiutare governi e ministeri della salute per ridurre la diffusione del virus”.

Si legge che il tutto sarà fatto “rispettando la privacy degli utenti e la sicurezza dell’applicativo”.

Apple e Google stanno per lanciare un applicativo che include delle API (Application programming interface) e una specie di sistema operativo che consenta di abilitare il contact tracing.

API. In informatica, entro un programma, con Application Programming Interface si indica un insieme di procedure atte all’espletamento di un dato compito; spesso tale termine designa le librerie software di un linguaggio di programmazione. (Wikipedia)

Vista la situazione di emergenza, si legge sul blog, “il piano è di implementare questa soluzione in due step, mantenendo sempre una forte protezione per quanto riguarda la privacy degli utenti”.

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Il contact tracing di Apple e Google arriverà a maggio

A maggio 2020 entrambe le aziende rilasceranno le API che permetteranno un’interoperabilità tra dispositivi Android (di Google) e iOS (di Apple) utilizzando direttamente le app delle pubbliche autorità.

Queste app ufficiali si troveranno negli App Store, ma come detto non saranno né di Apple né di Google. Le due aziende, usando termini semplici, daranno la tecnologia e i dati.

Le app saranno invece rilasciate negli store ufficiali dalle pubbliche autorità di ogni paese distinto. Nel caso dell’Italia sarà probabilmente un’app rilasciata sotto autorità del Ministero della Salute o chi per esso.

Le funzionalità vere e proprie saranno implementate più avanti

Solo nei mesi successivi Apple e Google abiliteranno una piattaforma di contact tracing basata sulla tecnologia Bluetooth, aggiungendo questa funzionalità direttamente nelle rispettive piattaforme.

Ancora non è dato sapere come le due aziende statunitensi implementeranno questa soluzione nei rispettivi sistemi operativi e dispositivi, anche se quel che ci viene in mente è un aggiornamento o semplicemente un’attivazione via server.

Anche perché se nel caso di Apple la questione è semplice, per Android, con la miriade di produttori, non sarà così semplice.

Si tratta ovviamente di supposizioni da parte nostra per quanto riguarda gli aggiornamenti o le attivazioni, per saperne di più bisognerà attendere i futuri sviluppi e comunicati stampa delle aziende.

Google sottolinea come questa soluzione basata sul Bluetooth, che arriverà più avanti nel tempo, è decisamente più importante di quella basata sulle API e aiuterà a tracciare più persone, sempre lasciando ai singoli individui la scelta di parteciparvi.

Le modifiche di fine aprile: più privacy

Grazie ai feedback e al coinvolgimento di governi, autorità sanitarie e sviluppatori delle app, Apple e Google hanno effettuato importanti modifiche alle API.

Le differenze principali le riportiamo qui di seguito.

  • Chiavi di tracciamento: generate casualmente
  • Metadati associati al Bluetooth: crittografati e memorizzati in un database locale
  • Eventi di prossimità: registrazioni a intervalli di 5 minuti; tempo di esposizione massimo entro i 30 minuti
  • Il framework tiene traccia dei soli ultimi 14 giorni
  • L’utente potrà cancellare la cronologia completa delle informazioni memorizzate sullo smartphone

Si è inoltre passati dal termine “contact tracing” a “exposure notification“, perché in effetti non si traccia alcuna persona ma semplicemente si informa una persona sull’eventuale rischio di esposizione a un individuo risultato positivo al COVID-19.

Per il resto è previsto:

  • interoperabilità tra dispositivi Android e iOS
  • rilascio a maggio
  • Android: infrastruttura Google Play Services
  • iOS: API tramite aggiornamento firmware di iOS 13

Il giorno 29 aprile 2020 arrivano le prime informazioni dalla beta di iOS 13.5, l’immagina in basso è uno screenshot dalla sezione Impostazioni > Privacy > Salute -> COVID-19 Exposure Notifications.

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Fonte: @_inside

Fonte: GoogleApple

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