Apple CarPlay e Android Auto più pericolosi dell’alcol alla guida

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Apple CarPlay e Android Auto sarebbero più pericolosi dell’alcol, una frase che fa venire i brividi ma che attira l’attenzione su uno dei problemi di oggi.

Lo dice uno studio di IAM RoadSmart, organizzazione inglese per la sicurezza stradale.

Molti di noi si sono già accorti da tempo come la scomparsa dei classici tasti fisici all’interno delle auto per far posto ai sistemi infotainment touch screen stiano spostando l’attenzione alla guida.

Dover gestire quei mini computer di bordo con le dita richiede concentrazione e soprattutto che la vista si sposti dalla strada allo schermo.

Tutto ciò non avviene invece con i classici sistemi comandabili direttamente con i pulsanti fisici, che consentono un controllo totale senza distogliere lo sguardo dalla strada.

Secondo lo studio i sistemi Apple CarPlay e Android Auto sarebbero pericolosi perché aumentano i tempi di reazione dei conducenti.

Non solo: aumentano in modo superiore persino a quelli ottenuti guidando ubriachi, sotto effetto della cannabis o mentre si parla al telefono.

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Apple CarPlay e Android Auto: perché sono pericolosi?

Lo studio entra in dettaglio sul perché questi sistemi siano così pericolosi.

I conducenti mentre li utilizzano distolgono lo sguardo dalla strada per 16 secondi, un tempo altissimo che equivale a ben 500 metri se andiamo a 112 km/h.

Il grafico sopra infatti mostra come i tempi di reazione rallentano del 57% con Apple CarPlay e del 53% con Android Auto, sottolineando con entrambi sistemi touch screen.

I tempi di reazione invece rallentano del 46% se guidiamo con il telefono in mano, del 36% con Apple CarPlay comandato tramite voce e del 30% con Android Auto tramite voce.

Guidano sotto uso di cannabis i tempi di reazione rallentano del 21%, mentre sotto effetto di alcool (oltre i limite consentiti dal codice stradale) del 12%.

Si sottolinea infine come i tempi di reazione di un guidatore medio siano pari a 1 secondo.

E’ chiaro che in tema di tecnologia di bordo ci sia ancora molto da fare a livello di normative.

Fonte: iamroadsmart

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