Oggi, mercoledì 24 giugno 2015, rinasce un gruppo italiano che è rimasto nell’ombra per troppi anni. E lo fa con un simbolo di oltre 30 anni fa: l’Alfa Giulia
L’attesa era altissima e gli appassionati (non solo Alfisti) fremevano da giorni. In fin dei conti tutto questo “hype” era ed è comprensibilissimo. Alfa Romeo Giulia dev’essere l’emblema del rilancio del marchio Alfa nel mondo. La cosa si faceva ancora più entusiasmante sapendo che doveva scontrarsi con chi domina attualmente il segmento, ossia le tedesche (gruppo VW, BMW e Mercedes).
[quote align=’right’]Un’Alfa Romeo è tale perché riesce a instaurare un rapporto intimo con l’essere umano che siede al posto di guida[/quote]
Purtroppo il gruppo italiano ha dormito sonni profondi per 30 anni e riprendersi tutto il terreno perso sarà durissima. Però questo nuovo modello ha ripagato assolutamente le attese, almeno in termini di entusiasmo rilasciato in presentazione dai media del settore (oltre 400 provenienti da tutto il mondo) e anche da tutti gli appassionati che hanno seguito la presentazione da casa. Ovviamente dobbiamo limitarci ai pareri riguardanti linea e prime impressioni basate sulle informazioni rilasciate (poche, a dire il vero).
A svelarla, sul palco del rinnovato museo di Arese, il capo del brand italiano Harald Wester insieme all’ad del gruppo FCA Sergio Marchionne. Sin dalla presentazione si capiva l’importanza di questa vettura. Wester ha infatti parlato a lungo richiamandosi moltissimo al passato glorioso della casa del Biscione. Passato ripreso poi anche dal discorso conclusivo di Marchionne, avvenuto dopo l’entrata in scena della Giulia sulle note di “Vincerò” cantata in live da Andrea Bocelli.
Durante la presentazione è stato ripetuto diverse volte che “un’Alfa Romeo è tale perché riesce a instaurare un rapporto intimo con l’essere umano che siede al posto di guida” e che “ogni dettaglio della Giulia è stato messo a punto con questa linea guida in testa”.
La ciliegina sulla torta sono sicuramente i motori: progettati e costruiti dalla Ferrari. Anzi, a dire il vero ce ne sono due di ciliegine. Ebbene sì, perché la distribuzione dei pesi 50:50 tra avantreno e retrotreno è una chicca da non sottovalutare, quelle di cui poche case automobilistiche possono vantare (una caso, BMW).
[quote align=’left’]50:50, 2.29 kg/CV, 0-100 km/h in 3.9 sec, alluminio, carbonio e un po’ di… Ferrari[/quote]
Ottimo lavoro anche per quanto riguarda la gestione del peso. Un tema che negli ultimi anni è tornato in auge (fortunatamente mi viene da dire). La nuova Giulia pesa circa 1500 kg raggiungendo un rapporto peso potenza pari a 2,99 kg/CV (considerate che la rivale diretta, ossia la BMW M3, ha un rapporto peso potenza pari a 3,52). Tutto questo consente all’italiana di scattare da 0 a 100 in meno di 4 secondi (3,9 per la precisione).
Tutto questo è stato raggiunto grazie ad un’attenta analisi dei materiali. La nuova Giulia usa infatti molto alluminio per i componenti (sospensioni, porte, parafanghi, traversa posteriore per il crash test) e per i motori sia a benzina che diesel (in alluminio dal basamento alla testata). Inoltre, per alleggerire ancor di più la vettura, si è fatto uso della fibra di carbonio per il cofano motore, l’albero di trasmissione, il tetto e i freni (carboceramici).
Per quanto riguarda il motore (ovviamente parliamo sempre dalla Quadrifoglio Verde, dato che gli altri modelli non sono stati svelati in maniera ufficiale) abbiamo un 3.0 V6 di derivazione Ferrari che raggiunge una potenza massima pari a 510 CV.
Quando in precedenza vi dicevamo che si è parlato a lungo del “rapporto intimo tra guidatore e auto che solo Alfa sa trasmettere”, non stavamo scherzando…almeno leggendo i dati tecnici. Le sospensioni anteriori sono a doppio braccio oscillante e, secondo i progettisti, “sono state create per essere una prolunga delle mani sull’asfalto”. Ovviamente la trazione è posteriore (sia lodato chi ha fatto questa scelta). Per le altre versioni si parla anche di trazione integrale (ma niente anteriore com’è giusto che sia). Per quanto riguarda il posteriore si è optato per il Multilink, ora chiamato Alfa Link. Grazie a questo sistema innovativo si potranno unire il comfort e il grip, arrivando al massimo controllo del retrotreno. Inoltre, udite udite, è presente un differenziale (ovviamente posteriore) con Torque Vectoring gestito elettronicamente. Da citare infine le dichiarazioni di Alfa Romeo, seconda la quale “lo sterzo della nuova Giulia è il più diretto sul mercato”.
[quote align=’right’]Trazione posteriore, Alfa Link, Torque Vectoring, Integrated Brake System e DNA: perché l’elettronica serve a esaltare l’eccellenza meccanica, non a coprirne le mancanze![/quote]
Per quanto riguarda l’elettronica di bordo che, secondo Alfa, “serve prima di tutto ad esaltare l’eccellenza meccanica e non a coprirne le mancanze”, oltre al diff. citato in precedenza, abbiamo un sistema elettromeccanico (l’Integrated Brake System) che dovrebbe coniugare il controllo di stabilità e il servofreno assicurando una risposta istantanea del pedale, aumentando così il tanto amato e voluto feeling con l’auto. Non manca ovviamente il classico DNA (il manettino che consente di selezionare le varie modalità di guida: Dynamic, Natural, Advanced Efficiency e Race).
[quote align=’left’]”Cervellone intelligente”, “Flap frontali”, interni degni delle migliori tedesche e produzione da ottobre 2015[/quote]
Sempre nel campo dell’elettronica merita assolutamente un po’ di spazio in questo articolo lo Chassis Domain Control, ossia “il cervello dell’auto” che gestisce tutti quei componenti aerodinamici e non. Proprio riguardo quest’ultimo punto abbiamo diverse novità, in primis l’Active Aero Splitter. Avete presente i video di presentazione di alcune hypercar dove si possono vedere chiaramente i flap anteriori e/o posteriori muoversi a seconda della velocità, curva o frenata? Ecco, non sto parlando di sistemi così avanzati, vedi LaFerrari o Porsche 918, ma di qualcosa che si ispira chiaramente a quei sistemi però a portata di auto quotidiana. Nel frontale della Giulia ci sarà infatti un sistema che gestisce i vari “flap” per generare, a seconda della situazione, più o meno deportanza, migliorando così la tenuta in curva oppure il cx (coefficiente aerodinamico).
Di più non sappiamo e non possiamo dirvi. Gli interni non sono stati mostrati, anche se, a dire il vero, da qualche foto e video online si sono notati chiaramente. A mio modesto parere il lavoro fatto, anche in questa direzione (che poi è quella che mancava maggiormente in passato), è davvero molto buono. Sembra che non sia stato lasciato nulla al caso.
Sono più che sicuro che il mitico Henry Ford l’avrebbe detto anche questa volta:
“Tutte le volte che vedo un’Alfa Romeo mi tolgo il cappello”
Per quanto riguarda la messa in produzione si parla di metà ottobre, ritardi causati da affinamenti dell’ultimo minuto esclusi.
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